Spettacolo, la crisi c’è ma non uguale per tutti

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ROMA
Un anno di crisi dei consumi come il 2012 non poteva essere che un anno di crisi per lo spettacolo.
Così è stato e la Siae, con un ritardo dovuto a cambi di statuto ed elezioni interne, lo ha puntualmente certificato. Nel primo semestre di quest’anno la società degli autori rileva un lieve miglioramento, come per il cinema a maggio-giugno dopo un avvio negativo e a giugno per i concerti di musica leggera mentre il teatro continua a dare segnali negativi. Miglioramento per il calcio: il 2012 ha scontato diverse partite a porte chiuse o a presenze ridotte (caso “Cagliari”). Tengono le mostre e le esposizioni, anche se quest’anno si deve confrontare con il picco di spettatori ottenuto lo scorso anno dalla Fiera di Milano.
Il 2012 ha visto alcuni settori del tempo libero, come il cinema, pagare un duro prezzo alla crisi: nonostante la tenuta nell’offerta di spettacolo (+0,27%), gli ingressi sono calati di oltre il 10% sul 2011 e la spesa al botteghino dell’8,6%; né si recupera con le “consumazioni”: la spesa del pubblico cala con la stessa percentuale dei biglietti. Il teatro sconta a sua volta un calo d’ingressi dell’1,6% sul 2011 e un più preoccupante -7,4% d’incassi al botteghino. “Tiene” la lirica, con ingressi stabili e una crescita della spesa del 5,1%. Il circo ha aumentato i prezzi del 36%: calano gli ingressi (-1,1%) ma crescono in modo significativo gli incassi (+34,6%) pur calando l’offerta di spettacoli del 10%. Dal 2008 al 2012 i prezzi del circo sono saliti del 43,2%,e quelli del cinema del 10,9% e quelli della lirica del 23,7%. Il teatro, invece, di fronte alla crisi, è stato costretto ad abbassare il costo del biglietto del 7,5% nel 2012 sull’anno precedente.
I concerti di musica leggera perdono a loro volta un 10% di ingressi e un 13% di incassi. Quelli di musica classica vanno un po’ meno peggio: -5% di ingressi e -8% al botteghino. Il calcio ha cali contenuti (-2% di spettatori paganti e -4,3% di introiti da biglietti e abbonamenti) e, in più, passa in positivo quando si considera le altre spese del pubblico oltre a quella del biglietto e il volume d’affari (+3,3%), ovvero i contributi degli sponsor in aggiunta agli altri introiti. Gli altri sport sono in difficoltà rispetto al calcio, in particolare quelli individuali (pugilato, ciclismo, atletica leggera, tennis ecc) che perdono l’8,5% d’ingressi, l’8,2% di biglietti e ben il 27,8% del volume d’affari rispetto al 2011. I parchi da divertimento e acquatici non risentono della crisi quanto agli ingressi (+ 22%) ma con incassi in calo del 4,3% a causa di prezzi medi calati del 21,6%. È una politica anti-crisi perchè dal 2006 al 2012 i Parchi avevano aumentato del 35% i loro prezzi medi, più di qualsiasi altra attività dello spettacolo.
Nella categoria mostre ed esposizioni la Siae include anche le fiere: da qui un aumento delle presenze (di chi non paga un biglietto d’ingresso vero e proprio) del 113%, merito in gran parte alla Fiera di Milano. Nell’Italia della crisi vanno in controtendenza quelle che la Siae definisce “attività con pluralità di generi”, ovvero le manifestazioni all’aperto, che vedono aumentare del 32% la spesa al botteghino pur con un aumento contenuto degli ingressi (+2,1%).
Quanto ai maggiori comuni, Roma vanta la miglior percentuale d’incassi sul totale nazionale delle attività di spettacolo per gli ingressi e la spesa al botteghino, ma per spesa del pubblico e volume d’affare la leadership passa a Milano. Roma ha i maggiori incassi per il cinema, i concerti, lo spettacolo viaggiante e le manifestazioni all’aperto mentre Milano primeggia nel teatro, nello sport, nel ballo e nelle mostre ed esposizioni.

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