Il Festival circense giovanile Yaskrava Arena avrebbe dovuto svolgersi a Dnipro, in Ucraina, ma date le circostanze è stato ospitato a Budapest al Grande Circo stabile. Nelle giornate del 2 e 3 gennaio tanti giovanissimi artisti si sono esibiti davanti ad una giuria di personalità di spicco come Ludmilla Sevchenko, ex direttrice del Circo Nazionale dell’Ucraina, Adans Peres, direttore generale della Starlight Production, Jozsef Graeser, direttore artistico del Circo di Budapest, e Fabio Montico, direttore del Festival Internazionale del Circo d’Italia. Tra quegli artisti provenienti da tutto il mondo c’era Nicole Errani, premiata con l’oro per il suo numero di giocoleria in bouncing. L’abbiamo intervistata a pochi giorni dal premio, rivolgendole qualche domanda.
Nicole ti porgo i complimenti dell’intera redazione di Circus News. Puoi parlarci un po’ di te? Come hai iniziato a giocolare?
Provengo da una famiglia che da generazioni fa parte del mondo del circo. Mio padre, Elder, è stato un abile equilibrista al rullo oscillante, oltre che un clown. Mia madre, Debora, è stata una eccellente verticalista. Mi hanno dato tanto, mi hanno insegnato educazione, rispetto, puntualità ed anche che bisogna esibirsi sempre al massimo, persino quando c’è un problema. E’ grazie alla mia famiglia che è nata in me la passione per la giocoleria. Mi affascina il suo volto moderno, in bouncing. Ho cominciato a dedicarmi a questa disciplina nel 2019. All’epoca avevo appena undici anni, ma l’aiuto di mio cugino Dylan è stato fondamentale per infondermi coraggio ed insegnarmi i primi passaggi, i primi trucchi del mestiere. E’ stato lui che mi ha introdotto in questo fantastico mondo. Ho poi continuato da sola, giorno dopo giorno, spingendomi sempre più avanti, misurandomi con nuove sfide e più complesse soluzioni. Nel giugno di quell’anno ho iniziato ad esibirmi in pubblico ed oggi lavoro col Rony Roller Circus.
Cosa ti trasmette la giocoleria? Cosa provi nell’esercitarla? Suppongo che costi tanta preparazione e che ci vogliano abilità particolari di coordinazione e psicomotorie…
La giocoleria mi fa vivere momenti di grande gioia, mi infonde un senso di felicità e completezza, una incredibile soddisfazione. Essere al centro della pista e sentire il pubblico che plaude, che si mette in sintonia con me e vive stupore, divertimento, suspense, è una carezza al cuore. Una sensazione assurda che riscalda ed entusiasma. In quel momento mi emoziono da morire perché capisco, dalla loro reazione, che tutto il mio impegno, la mia determinazione, i miei sacrifici, sono apprezzati. Tecnicamente il momento più difficile del mio numero è quando destreggio cinque palline. Ci vogliono abilità ed attenzione, certamente. Bisogna raccogliersi e restare concentrati. Ritengo che le capacità più importanti per un giocoliere siano la concentrazione, la fiducia in sé e la costanza nel continuare a provare. Ovviamente faccio tanto esercizio, sia con le palline che di preparazione fisica. Trascorro a volte anche tre ore al giorno ad allenarmi perché più si prova meglio è, a volte anche solo dieci minuti, giusto per scaldarsi. Non è facile unire scuola e lavoro, incastonare i diversi impegni, far quadrare gli orari. Frequento il secondo anno di liceo artistico online a Castel Massa e succede anche che mi ritrovi a fare i compiti durante gli spettacoli, ma la costanza nel continuare a provare non deve mai venire meno.
Tanto impegno ti ha condotto al bronzo all’Italian Circus Talent Festival…
Quando Fabio Montico mi ha visto al Rony Roller, mi ha dato grande attenzione. Devo assolutamente ringraziarlo. Ho partecipato così all’Italian Circus Talent Festival, svoltosi ad Acilia nel 2022, e per me è stato come un sogno che si realizza. Lì ho provato tanta felicità ed assieme agitazione, una gioia stupenda, ma al contempo sentivo ansia, nervosismo, un po’ di paura. Sono momenti in cui le mani tremano, la trepidazione è forte. Ho anche pianto prima di esibirmi. Bisogna essere capaci di gestire certe sensazioni, ma tutto è bellissimo. E’ stata l’occasione per me di rivedere tanti artisti e conoscerne altri. Ero felice e poi il risultato è stato davvero imprevisto. Non mi aspettavo il bronzo, né il Premio Roncalli. Ovviamente chi partecipa spera sempre di ottenere un premio, ma devo ammettere che non mi aspettavo quel riconoscimento. La gratificazione è stata immensa. Tutti i miei familiari sono stati orgogliosi di me, gli amici erano entusiasti ed abbiamo fatto una festicciola. In più ho anche vinto l’invito al Festival di Budapest come rappresentante italiana e chiaramente ho colto l’occasione.
E lì hai trionfato con l’oro ed il premio Ludmilla Sevchenko. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
In Ungheria è stato molto emozionante. C’erano tanti ragazzi provenienti dai posti più disparati. Ho avuto qualche difficoltà nel comunicare con gli altri, ho interagito con poche persone perlopiù parlando inglese. C’era davvero tutto il mondo. Oltretutto c’era pure qualche differenza dall’esibirsi in un circo itinerante. A Budapest il circo è stabile e cambiano un po’ di cose, è tutto strutturato in maniera diversa, più che altro muta l’estetica. Alla premiazione sono rimasta di stucco. Ricevere l’oro è stato per me una soddisfazione straordinaria. Ero incredula e sono esplosa dalla gioia. Quest’esperienza è stata molto utile, soprattutto dal punto di vista mentale. Mi ha fatto capire che non devo smettere mai di credere in me stessa, nelle cose che voglio fare.
Adesso a cosa punti? Quali sono i tuoi obiettivi?
Adesso voglio puntare a migliorarmi, ad ampliare e consolidare le mie abilità, voglio perfezionarmi e migliorare il mio numero. Posso continuare a crescere. Non ho altra pretesa che lavorare su me stessa ed il desiderio di continuare a vivere nell’atmosfera indescrivibile del mondo del circo. Ho iniziato nel Circo di Fagiolino, che è la mia famiglia, il mio circo, uno spettacolo all’aperto che si svolge da diciassette anni, e lì ho appreso tanto. Non seguirò corsi o accademie, continuerò da sola, aiutandomi con l’esperienza, gli insegnamenti e gli incoraggiamenti dei miei cari.
Ringraziamo Nicole Errani per il tempo dedicatoci. La sua affermazione è una testimonianza dello stato di salute delle arti circensi italiane ed un sicuro auspicio per un futuro roseo, ma ci dice di più. Ci invita a credere nei giovani, a puntare su di loro, a dare forza alle loro speranze.