Il sipario è calato sul palcoscenico del teatro Gerolamo, l’antico scrigno di meraviglie nel cuore di Milano che ha ospitato lo spettacolo “CircoTeatro Ambrosiano, il Circo prima del Circo”.
Paolo Casanova, in arte Clown Carillon, proveniente dal prestigioso Circus Theater Roncalli, circo tedesco tra i più importanti al mondo, è stato uno dei protagonisti di questo indiscusso successo artistico.
L’arte di Clown Carillon presenta una simbologia estremamente profonda e complessa, al punto da colpire lo spettatore a più livelli, dalle pupille fino agli strati più profondi della mente.
La particolare configurazione del teatro Gerolamo ha permesso al pubblico di osservare nel dettaglio Clown Carillon, con i suoi costumi e marchingegni vicini per gusto allo steampunk, ma assolutamente unici nel loro significato.
Partiamo dalla descrizione del personaggio che viene messo in scena. L’aspetto è clownesco e riprende i tratti tipici dell’Augusto (o del Toni se vogliamo usare un modo di dire italiano): grosse scarpe sproporzionate, naso rosso che spicca sul volto bianco; tuttavia, la giacca è elegante e la figura, che si muove quasi meccanicamente, non ha nulla di sgraziato. Sul capo ha un pon pon rosso, che può roteare vorticosamente, visibile solo quando si toglie il sorprendente cilindro, un complicato cappello delle meraviglie, che comprende persino un orologio a cucù. Nell’insieme è un personaggio che esprime bontà e timidezza, estremamente umano, ma che pare ibridato con le macchine, quasi fosse del tutto o in parte robotico e venisse da un altro tempo o da un altro mondo.
La prima entrée esemplifica bene queste caratteristiche. Abbiamo in scena la musicista Nicole Davis, che ha un cuore rosso, luminoso e pulsante, attaccato al violino. Clown Carillon si avvicina, sfiora questo cuore rosso, e il dito con cui lo ha toccato si illumina anch’esso di luce rossa, come se il cuore recasse in sé un’energia che può essere trasmessa. Poi, Clown Carillon si apre il petto, spalanca uno scomparto dove si vedono degli ingranaggi, prende il cuore pulsante, e lo fa suo, come l’uomo di latta del mondo di Oz. Si tratta di un passaggio emozionante, perché racconta simbolicamente il ritrovare sé stessi, il tornare a contatto con delle emozioni che si credevamo perdute, il riappropriarsi della propria vita. Lo spettatore non pensa a questi significati reconditi, resta semplicemente ammaliato, come gli fosse stata raccontata una storia antica e intramontabile, commovente, che in qualche modo lo riguarda.
In un’altra entrée la narrativa è diversa, ma altrettanto forte nei suoi significati. Clown Carillon è in un pallone, in una bolla, che lo isola dal mondo. Si tratta di una barriera che lo costringe alla solitudine, da cui non riesce a uscire. Arriva a salvarlo Nox, la cantante, che rompe la bolla liberando un vortice d’aria che le scompiglia i capelli. Assistiamo alla liberazione di un essere imprigionato, alla fine della sua alienazione. Sul petto di Nox si potrà poi notare il cuore rosso del clown, donatole come gesto d’amore. Anche in questo caso chi assiste allo spettacolo può non riuscire a cogliere i particolari e a decifrare i simboli, ma resta comunque colpito, sentendosi inspiegabilmente felice.
Sempre, alle emozioni positive e liberatorie, si arriva tramite la sofferenza. Emblematico il passaggio dove Clown Carillon tenta di trattenere un busto di donna che vuole volare via dalle sue braccia, come il fantasma di un tempo remoto che si tenta disperatamente di trattenere, di stringere ancora a sé. Si tratta di un momento drammatico, anche in questo caso risolto dalla cantante Nox, figura salvifica, che si sostituisce a questo fantasma, trasformando il passato in presente, la morte in vita. Il linguaggio artistico di Clown Carillon vive di queste simbologie profonde, archetipiche, che colpiscono l’inconscio con tutta la loro forza espressiva. Non ci sono parole, spiegazioni, elucubrazioni… ma un linguaggio universale fatto di musica, canto, luci, costumi, marchingegni astrusi e, soprattutto, mimica corporea, la capacità di Paolo Casanova di trasformarsi in quell’essere sorprendente e imprevedibile che è Clown Carillon, un essere che viene da un’altra dimensione ma che parla di tutti noi, delle nostre difficoltà nell’esistenza e del loro superamento, della libertà e della gioia di vivere che scaturiscono da un amore autentico.