Spettacoli cangianti: pagare per uno spettacolo incompleto – parte 2

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Ancora una volta ci troviamo a ricevere, da parte di nostri lettori, lettere che portano alla luce situazioni spiacevoli che non valorizzano il circo italiano. Questa volta è a firma di Luca Mirabile, che ringraziamo. L’occasione è buona per riportare l’attenzione sul tema ed instaurare un dibattito civile.

Ho letto con attenzione la segnalazione, da voi pubblicata, in data 29 Agosto u.s. da un lettore in merito al “taglio” di alcuni numeri durante gli spettacoli circensi con una “levata di scudi” da parte di molti circensi impegnati forse a “guardare il dito mentre si indica la luna”.

Con la presente vorrei portare alla vostra attenzione, ma in particolare a quella di tutte le compagnie attive e che con tantissimi ed indiscussi sacrifici fanno questo lavoro, quanto è accaduto alla mia famiglia durante uno spettacolo.

Premesso che sono un grandissimo appassionato del mondo circense, anche se purtroppo le occasioni di vedere nella mia città i complessi sono rarissime (basti pensare che mio figlio che ha sei anni ha potuto assistere ad uno solo spettacolo nella nostra città) a causa della mancanza degli spazi che dovrebbero essere garantiti da tutti i Comuni, da un regolamento che vieta l’utilizzo di animali esotici e dalla posizione geografica della città.

Vista la mia grande passione, che sto cercando di trasmettere anche ai miei figli, sono pertanto costretto a dovermi muovere spesso per vedere degli spettacoli. Per questo motivo cerco di coniugare delle gite fuori porta con la partecipazione agli spettacoli.

Non è sempre facile far conciliare le due cose e pertanto spesso non si può essere presenti al debutto o nelle prime giornate.

Nonostante quanto sopra non mi era mai capitata una situazione come quella avvenuta Sabato scorso che andrò a raccontare.

Anche questa volta sono stato costretto a spostarmi per assistere ad uno spettacolo, coniugo un week end in una località balneare per poi spostarmi alla sera (erano comunque 60 km tra andata e ritorno) in una piccola cittadina dell’entroterra dove era presente (già dalla settimana precedente) un complesso circense.

Prenoto i biglietti su un noto sito di prenotazione pagando l’acconto. Mi reco in anticipo presso la cassa del circo e saldo i biglietti. L’entusiasmo dei bambini è alle stelle, saltano, corrono, indicano il circo…non vedono l’ora di entrare.

Esibiamo i biglietti allo staff ed entriamo all’interno dell’area fuori dal tendone dove, al momento siamo solo noi. Lo staff è all’ingresso del tendone e ci dice di attendere qualche minuto. Nulla di preoccupante, siamo arrivati con una ventina di minuti di anticipo rispetto allo spettacolo e pertanto penso che debbano terminare la preparazione all’interno.

I minuti passano, l’entusiasmo dei bambini sale. In qualche modo li intratteniamo mentre arriva un’altra famiglia (a questo punto mancavano circa dieci minuti rispetto all’orario di inizio previsto) e chiede di entrare. Lo staff si avvicina al padre e li comunica che dovevano attendere perché “per effettuare lo spettacolo ci deve essere un numero minimo di partecipanti che, al momento non era stato raggiunto”.
Panico! Vado al circo da quaranta anni, non mi era mai capitato una cosa del genere.

Guardo mia moglie e le dico:”Ora che facciamo? Cosa diciamo ai bambini?” Passi per la strada e per il costo del viaggio, per il biglietto già pagato (che immagino ci avrebbero rimborsato) ma i bambini?

Per fortuna in breve tempo arriva un’altra famiglia seguita da una coppia e ci fanno entrare. Pericolo scampato!

Lo spettacolo, del quale avevo letto recensioni, scaletta e visto delle foto, inizia e prosegue senza problemi. Si arriva all’intervallo dove, dopo il consueto invito a visitare lo zoo, si dovrebbe montare la gabbia delle tigri (il numero più atteso, pubblicizzato e di punta dello spettacolo).

Non si muove nulla….la pista rimane vuota. Con mia moglie iniziamo a guardarci perplessi…il bambino più piccolo inizia a gridare “Tigri…Tigri…” niente….lo spettacolo ricomincia senza alcuna spiegazione con il numero esotico e dei cavalli (anche questo in formato ridotto).

Spero fino all’ultimo che venga montata la gabbia…altri due numeri aerei e lo spettacolo finisce…dura solo un’ora e trenta rispetto alle due programmate, ci alziamo…i bambini delusi, noi pure…riprendiamo la macchina e torniamo a casa.

Ripenso a quell’articolo del 29 Agosto. Ripenso che non solo abbiamo rischiato di non vedere il numero più atteso…ma anche di non vedere nulla perché poteva essere sospeso lo spettacolo per mancanza di pubblico.

Arrivo alla conclusione che, nonostante la mia grande passione, in futuro valuterò bene se e quando andare agli spettacoli evitando le ultime giornate (anche se questo per quello detto sopra comporterà di poter assistere a meno complessi circensi) in quanto, come detto dal precedente utente il valore del mio biglietto è uguale che sia il primo o l’ultimo giorno.

Con questa mia segnalazione vorrei far riflettere tutte le persone che lavorano nel circo. Sono consapevole delle difficoltà che il settore affronta, che ci possono essere dei cambiamenti di programmi, che non è sempre facile gestire uno spettacolo dal vivo ma dovete pensare che il vostro lavoro è apprezzato e visto da un pubblico di appassionati che per assistere ai vostri spettacoli fanno dei sacrifici, piccoli o grandi che siano e che con questi episodi si rischia di perdere anche quello “zoccolo duro” di appassionati rimasti.

Un’ultima riflessione…assistere ad uno spettacolo con 10 spettatori non è stato entusiasmante né per noi del pubblico né per gli artisti, forse però (pur comprendendo le difficoltà logistiche che i complessi devono affrontare) sarebbe da valutare meglio le città ed il periodo di permanenza in quanto forse dieci giorni in un Comune di meno dieci mila abitanti e senza pubblicità nei paesi vicini (nei 30 km percorsi ho trovato i manifesti solo all’ingresso del paese) sono troppi.

W il circo e lunga vita a lui!

Cordialmente
Luca Mirabile