Contestazione al Salieri Circus Award. Quando anche il circo diventa politica

Avatar Davide Vedovelli

Piccolo riassunto dell’accaduto.

Legnago, Salieri Circus Award, spettacolo di selezione, in sala la Giuria Stampa e la Giuria Tecnica con il ruolo di assegnare i rispettivi premi.

Durante lo spettacolo l’artista ucraina Anna Petrenko, in arte Anna Dellart, al momento della sua esibizione ha distribuito al pubblico volantini di protesta contro Maxim Nikulin, in giuria al Salieri in qualità di direttore del Circo Nikulin di Mosca, accusandolo di supportare l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Il direttore artistico Antonio Giarola ha immediatamente annunciato l’esclusione dell’artista dal Festival, spiegando che il festival non è il contesto adatto per trattare questioni politiche.

Circusnews.it (testata di cui sono Editore) dà questa notizia in tempo reale esattamente in questi termini e vorrei partire proprio da qui per potervi proporre alcune riflessioni scaturite in redazione dopo l’accaduto.

Prima precisazione.

La stampa ha il dovere di raccontare ciò che succede, ha il dovere di farlo in modo serio e circostanziato. Essendo io in giuria e dovendo rimanere concentrato sullo spettacolo ho chiesto ad un mio collaboratore di raccontare esattamente ciò che è accaduto senza entrare nel merito né dare giudizi perché non avevamo abbastanza elementi per fare un’analisi o anche solo azzardare ipotesi. Si fa cronaca, si racconta l’accaduto senza dare interpretazioni frettolose o approssimative e si rimanda alle ore seguenti l’approfondimento e l’interpretazione.

Di questo sono certo e non ho dubbi: se un fatto rilevante accade va raccontato… sia che piaccia sia che non piaccia, altrimenti significa che non si fa informazione ma si sta ragionando con logiche clientelari o di opportunità e convenienza (nel peggiore dei casi connivenza).

Seconda precisazione.

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Articolo 21 della Costituzione

E’ assolutamente legittimo che l’artista, assumendosi la responsabilità del proprio agito, decida di non esibirsi (togliendosi anche la possibilità di essere quindi premiata), ed esprima il proprio dissenso. Anche qui dobbiamo essere precisi: la contestazione non è stata rivolta contro il Salieri Circus Award ma contro il giurato Maxim Nikulin, rappresentate del circo Russo Nikulin accusato dall’artista di sostenere la guerra russa contro l’Ucraina.

Se questo sia vero o meno non lo sappiamo e attualmente non ci è stato possibile verificare questa accusa. Voci vicine all’ambiente ci hanno detto che non è così ma queste considerazioni sono, in tempo di guerra, difficili da verificare.

Ultima considerazione.

Il Teatro è il luogo dell’arte, della libertà di espressione e anche della provocazione e a questo proposito mi viene in mente una targa commemorativa presente nell’atrio del Teatro Goldoni di Venezia che ho notato quando poche settimane fa sono stato a vedere Titizè.

La targa rievocava quanto segue:

Il 12 marzo del 1945 un gruppo di partigiani irrompe nel Teatro Goldoni di Venezia durante una recita di “Vestire gli ignudi” di Pirandello e, approfittando della sospensione dell’incredulità metateatrale, proclama dal palco un discorso per la liberazione dell’Italia e lancia dei volantini sulla platea gremita di gerarchi fascisti e ufficiali nazisti. Prima di fuggire verso la barca che li aspettava in Canal Grande, i partigiani intimano ai nazifascisti di non muoversi perché il teatro sarebbe rimasto circondato per mezz’ora. (tratto dal sito del Comune di Venezia).

A livello emotivo comprendo la difficoltà di un’artista ucraina ad essere giudicata, ed eventualmente premiata, da un giurato che (secondo quanto afferma Anna Petrenko) sostiene una guerra di aggressione contro il proprio paese in cui stanno morendo centinaia di persone.

L’esclusione dalla competizione sarebbe stata automatica in ogni caso anche senza l’intervento della Direzione artistica: non esibendosi non ha potuto esser giudicata dalle Giurie presenti.

Comprendo allo stesso tempo la reazione “di pancia” di Antonio Giarola che, chiedendo il microfono, esclude l’artista dal concorso.

Il Salieri non è solo circo ma è anche un importante punto di riferimento culturale e politico della scena circense mondiale, un fatto come questo pur non essendo totalmente prevedibile non era affatto da escludere. Fa parte del gioco, anche se qui la questione che sta alla base è molto più seria e drammatica. Una guerra di aggressione non può mai essere legittimata ed è importante che chi fa arte, divulgazione e informazione prenda le distanze da un governo così.

Imagine there’s no countries, it isn’t hard to do, nothing to kill or die for and no religion too
Imagine all the people living life in peace…
(Imagine – John Lennon)