Intervista ad Ivan Knie

Avatar Davide Vedovelli

Raggiungiamo sempre tramite mail Ivan Knie del circo Nazionale Svizzero KNIE, una vera
istituzione e riferimento mondiale quando si parla di grande circo. Parliamo di nuove prospettive,
scelte artistiche e visione del circo oggi. Buona lettura

1) La prima domanda è questa: ogni volta che vengo a vedere Knie mi chiedo come sia possibile
riuscire ad organizzare e gestire una struttura così complessa ed efficiente. Quante persone
lavorano da Knie tra tecnici e artisti? quanti Tir e Caravan fanno parte della vostra flotta? come
si gestisce una macchina così complessa?

Al Circo Knie lavorano circa 200 dipendenti provenienti da 19 paesi, tra cui artisti, tecnici e addetti
alla cura degli animali – una grande squadra che rende possibile tutto per lo spettacolo. Il nostro
parco mezzi comprende circa 90 rimorchi e 57 veicoli trainanti, con i quali trasportiamo tende,
palchi e roulotte da un luogo all’altro. Ogni montaggio e smontaggio è pianificato con precisione, e
un membro della famiglia è sempre presente per dirigere le operazioni. Questa combinazione di
impegno familiare e logistica accurata ci permette di garantire un funzionamento senza intoppi.

2) In occasione del centenario avete presentato uno spettacolo senza precedenti, in grado di
annullare qualsiasi distanza tra circo classico e contemporaneo, uno spettacolo perfetto, emotivo,
adrenalinico, poetico. Insomma, un vero e proprio gioiello di rara bellezza. Cosa porta nel cuore
di quest’esperienza? quali sono stati i momenti più belli e quali le difficoltà?

Il tour del centenario è stato per me il più bello e intenso di sempre. È stato qualcosa di molto
speciale stare insieme alla mia famiglia nella pista e celebrare questo traguardo tutti insieme. Ho
raccolto tanti bei ricordi, e riuscire a emozionare il pubblico con una miscela unica di circo classico
e contemporaneo è stato un successo indimenticabile.
Naturalmente, come in ogni tour, sentiamo anche la pressione di offrire uno spettacolo di alto
livello. Tuttavia, l’entusiasmo del pubblico e la gioia che abbiamo condiviso insieme nella pista
hanno reso ogni sfida davvero gratificante.

3) Il Circo Knie è un circo dove la famiglia Knie è sia cuore che cervello dell’azienda. Come
viene gestito il passaggio del testimone tra le diverse generazioni? quanto pesa la responsabilità
di portare un cognome così importante?

La famiglia è il cuore del circo. Il passaggio del testimone avviene nel corso di molti anni, durante i
quali la nuova generazione assume gradualmente le responsabilità, preparandosi adeguatamente.
Naturalmente, c’è una certa pressione nel portare avanti l’eredità della famiglia, ma al tempo stesso è
un onore mantenere viva questa tradizione per le generazioni future.

4) Una struttura così grande immagino abbia anche dei costi importanti da sostenere e quindi è
importante riempire sempre lo chapiteau. Il gusto del pubblico negli anni cambia e anche voi
siete riuscite a cogliere questi cambiamenti (penso a quando avete tolto gli elefanti o avete
introdotto elementi tecnologici incredibili). Queste scelte sono frutto di ricerca e sondaggi o vi
basate sulla vostra percezione durante le tournée? quanto pesa la necessità di dover riempire il
tendone durante la programmazione artistica di uno spettacolo?

Conosciamo molto bene il nostro pubblico e percepiamo cosa funziona. Riceviamo costantemente
feedback che ci aiutano a adattare i nostri spettacoli. Presentiamo uno show che può piacere a tutte
le fasce d’età e cerchiamo di offrire qualcosa per tutti.

5) L’introduzione di artisti non provenienti dal mondo del circo non ha convinto tutti (penso a
Bastian Baker o a comici provenienti dal Cabaret) e sollevato alcune perplessità. C’è il rischio di perdere l’universalità caratteristica del circo (ossia un numero che deve essere fruibile indifferentemente dalla lingua parlata, provenienza e cultura) e virare verso uno spettacolo di varietà?

L’introduzione di artisti che non provengono dal mondo del circo non è un concetto nuovo; esiste da
più di cento anni. Esempi sono artisti leggendari come Emil o Dimitri. Vogliamo attrarre anche un
altro pubblico e portare nuovi stimoli, per mantenere il circo rilevante.

6) Resto sempre su Bastian Baker perché anche io faccio parte degli spettatori che ha colto con
scetticismo questa scelta. Il pubblico giovane acquisito che veniva da Knie prevalentemente per
Bastian Baker è poi tornato anche quando non era più in cartellone? 

Capisco lo scetticismo riguardo alla scelta di Bastian Baker. Tuttavia, crediamo di poter
entusiasmare il pubblico con l’intero spettacolo. Bastian non è più con noi da due anni, e molti
giovani spettatori, che erano venuti inizialmente per lui, hanno conosciuto il circo e continuano a
tornare.

7) Quando selezionate nuovi artisti per gli spettacoli, quali sono le caratteristiche principali che
cercate? E come bilanciate il coinvolgimento di artisti di fama internazionale con il supporto a
giovani talenti emergenti?

Non è una squadra di calcio. Nel mondo dello spettacolo ci sono artisti straordinari e altri che
convincono di meno. Un esempio è Valeria, una giovane artista di 19 anni, che è stata a Zurigo ed è
tra le migliori. L’età non ha importanza. In generale, cerchiamo alta qualità, grande varietà e
un’armonia generale tra i numeri.

8) Alcuni appuntamenti ed eventi una volta centrali nel mondo del circo, come il Festival del
Circo Monte-Carlo, stanno perdendo posizione in virtù di festival più freschi, con una concezione
più moderna del circo (dove non è obbligatorio avere sempre e per forza gabbie ed esotici). Come
mai, secondo lei, alcuni organizzatori non vogliono leggere lo spirito del proprio tempo e si
arroccano su posizioni ideologiche anche se il pubblico cerca altro? non c’è il rischio di essere
fuori tempo e quindi fuori target?

Grazie mille per la domanda! Rimanere al passo con i tempi non è facile in generale, e alcune
manifestazioni restano più legate alle tradizioni rispetto ad altre. Non mi piace parlare degli altri,
ma per noi è importante rimanere innovativi e rispondere alle aspettative in evoluzione del
pubblico.

9) C’è un artista od un numero che avete ospitato a cui è particolarmente affezionato?
Un artista che mi piace particolarmente è Bastian Baker. Non è solo uno dei miei amici più cari, ma
ha anche dato grandi performance nello spettacolo. La sua energia e le sue emozioni entusiasmano
il pubblico e dimostrano quanto possa essere versatile il circo.

10) Un sogno che non è ancora riuscito a realizzare ma porta nel cuore?
Vivo il mio sogno ogni giorno, facendo parte del circo e lavorando con artisti di talento. Mi riempie
il cuore entusiasmare le persone e creare ricordi indimenticabili.

Versione in tedesco:
1) Die erste Frage lautet: Jedes Mal, wenn ich den Zirkus Knie besuche, frage ich mich, wie es
möglich ist, eine so komplexe und effiziente Struktur zu organisieren und zu verwalten. Wie viele
Personen arbeiten bei Knie, darunter Techniker und Artisten? Wie viele Lkw und Wohnwagen
gehören zu Ihrem Fuhrpark? Wie verwaltet man eine so komplexe „Maschine“?

Im Circus Knie arbeiten etwa 200 Mitarbeitende aus 19 Ländern, darunter Artisten, Techniker und
Tierpfleger – ein großes Team, das alles für die Show möglich macht. Unser Fuhrpark umfasst etwa
90 Anhänger und 57 Zugfahrzeuge, mit denen wir Zelte, Bühnen und Wohnwagen von Ort zu Ort
transportieren. Jeder Auf- und Abbau ist genau geplant, und ein Mitglied der Familie ist immer vor
Ort, um die Leitung zu übernehmen. Diese Kombination aus familiärem Engagement und
durchdachter Logistik ermöglicht uns einen reibungslosen Ablauf.

2) um hundertjährigen Jubiläum haben Sie eine beispiellose Show präsentiert, die jede Distanz
zwischen klassischem und zeitgenössischem Zirkus aufhob – eine perfekte, emotionale,
adrenalingeladene und poetische Darbietung. Kurz gesagt, ein wahres Juwel von seltener
Schönheit. Was nehmen Sie aus dieser Erfahrung mit? Was waren die schönsten Momente und
welche Herausforderungen gab es?

Die Jubiläumstournee war für mich die bisher schönste und emotionalste Tournee. Es war etwas
ganz Besonderes, mit der ganzen Familie in der Manege zu stehen und diesen Meilenstein
gemeinsam zu feiern. Ich habe so viele schöne Erinnerungen gesammelt, und das Publikum mit
einer einzigartigen Mischung aus klassischem und zeitgenössischem Zirkus zu begeistern, war ein
unvergesslicher Erfolg. Natürlich spüren wir – wie bei jeder Tournee – auch den Druck, eine gute
Show zu liefern. Doch die Begeisterung des Publikums und die Freude, die wir gemeinsam in der
Manege erleben durften, haben jede Herausforderung wert gemacht.

3) Der Zirkus Knie ist ein Zirkus, bei dem die Familie Knie das Herz und das Gehirn des
Unternehmens ist. Wie wird der Übergang zwischen den Generationen organisiert? Wie schwer
wiegt die Verantwortung, einen so wichtigen Namen zu tragen?

Die Familie ist das Herz des Zirkus. Der Stabwechsel erfolgt über viele Jahre, wobei die neue
Generation schrittweise Verantwortung übernimmt und sich sorgfältig vorbereitet. Natürlich gibt es
einen gewissen Druck, das Erbe der Familie weiterzuführen, aber gleichzeitig ist es eine Ehre, diese
Tradition am Leben zu erhalten und für zukünftige Generationen weiterzuführen.

4) Ich stelle mir vor, dass eine so große Struktur auch hohe Kosten mit sich bringt und dass es
daher wichtig ist, das Chapiteau immer voll zu bekommen. Der Geschmack des Publikums ändert
sich im Laufe der Jahre, und auch Sie haben es geschafft, diese Veränderungen zu erfassen (ich
denke an die Entscheidung, Elefanten aus der Show zu nehmen oder unglaubliche technische
Elemente einzuführen). Basieren diese Entscheidungen auf Forschung und Umfragen, oder
verlassen Sie sich auf Ihre Wahrnehmung während der Tourneen? Wie stark beeinflusst die
Notwendigkeit, das Zelt zu füllen, die künstlerische Programmierung einer Show?

Wir kennen unser Publikum sehr gut und spüren, was gut ankommt. Wir erhalten laufend Feedback,
das uns hilft, unsere Shows anzupassen. Wir bieten ein Programm, das alle Altersgruppen anspricht
und versuchen, für jeden etwas dabei zu haben.

5) Die Einführung von Künstlern, die nicht aus der Zirkuswelt stammen (wie Bastian Baker oder
Kabarettisten), hat einige nicht überzeugt und Fragen aufgeworfen. Gibt es das Risiko, die
Universalität des Zirkus (eine Darbietung, die unabhängig von Sprache, Herkunft und Kulturzugänglich sein sollte) zu verlieren und in eine Varieté-Show abzudriften?

Die Einführung von Künstlern, die nicht aus der Zirkuswelt stammen, ist kein neues Konzept; das
gibt es bereits seit über hundert Jahren. Beispiele hierfür sind legendäre Künstler wie Emil oder
Dimitri. Wir möchten auch ein anderes Publikum anziehen und frische Impulse setzen, um den
Zirkus relevant zu halten.

6) Ich bleibe bei Bastian Baker, da auch ich zu den Zuschauern gehöre, die dieser Wahl
skeptisch gegenüberstanden. Ist das junge Publikum, das hauptsächlich wegen Bastian Baker
kam, auch nach seinem Ausscheiden weiterhin zum Knie gekommen?

Ich verstehe die Skepsis gegenüber der Wahl von Bastian Baker. Allerdings glauben wir, dass wir
das Publikum mit der gesamten Show begeistern können. Bastian ist seit zwei Jahren nicht mehr
dabei, und viele junge Zuschauer, die ursprünglich wegen ihm zu uns kamen, haben den Zirkus
mittlerweile kennengelernt und kommen weiterhin zurück.

7) Wenn Sie neue Künstler für die Shows auswählen, nach welchen Hauptmerkmalen suchen
Sie? Und wie balancieren Sie das Engagement international bekannter Künstler mit der
Förderung junger, aufstrebender Talente?

Es ist keine Fußballmannschaft. Im Showgeschäft gibt es herausragende Künstler und solche, die
weniger überzeugen. Ein Beispiel ist Valeria, eine 19-jährige Artistin, die in Zürich dabei war und
zu den Besten gehört. Das Alter spielt keine Rolle. Im Grunde suchen wir nach hoher Qualität, viel
Abwechslung und einem harmonischen Zusammenspiel der Nummern.

8) Einige einst zentrale Veranstaltungen in der Zirkuswelt, wie das Zirkusfestival Monte-Carlo,
verlieren zugunsten frischerer Festivals, die eine modernere Zirkuskonzeption haben (wo es
nicht zwingend Käfige und exotische Tiere geben muss), an Bedeutung. Warum, glauben Sie,
wollen manche Organisatoren den Zeitgeist nicht erfassen und beharren auf ideologischen
Positionen, auch wenn das Publikum etwas anderes sucht? Besteht nicht das Risiko, aus der Zeit
und damit aus der Zielgruppe zu fallen?

Vielen Dank für die Frage! Zeitgemäß zu bleiben, ist generell nicht einfach, und manche
Veranstaltungen halten stärker an Traditionen fest als andere. Ich spreche nicht gerne über andere,
aber für uns ist es wichtig, innovativ zu bleiben und auf die sich verändernden Erwartungen des
Publikums zu reagieren.

9) Gibt es einen Künstler oder eine Darbietung, die Sie besonders ins Herz geschlossen haben?
Ein Künstler, der mir besonders gut gefällt, ist Bastian Baker. Er ist nicht nur einer meiner engsten
Freunde, sondern hat auch in der Show großartige Leistungen gezeigt. Seine Energie und
Emotionen begeistern das Publikum und zeigen, wie vielseitig der Zirkus sein kann.

10) Gibt es einen Traum, den Sie noch nicht verwirklicht haben, den Sie jedoch im Herzen
tragen?

Ich lebe meinen Traum jeden Tag, indem ich Teil des Zirkus bin und mit talentierten Künstlern
zusammenarbeite. Es erfüllt mich, Menschen zu begeistern und Erinnerungen zu schaffen.