Al Festival di Monte-Carlo tornano le grandi troupe e sparisce la gabbia

Avatar Davide Vedovelli

Recensione della 47esima edizione del Festival internazionale del Circo di Monte-Carlo

Arrivo a Monte-Carlo in una giornata grigia e piovosa, ma sicuro che le luci della pista dello chapiteau di Fonteville saranno in grado di illuminarla. 

Assisto allo ‘Show dei vincitori’ che prevede il carosello dei migliori artisti scelti nelle giornate di selezione. Nei contenuti realizzati da CircusNews abbiamo già avuto modo di vedere il palmares dei vincitori e sentire le loro voci; qui vi dirò cosa mi è piaciuto e cosa meno. 

Finalmente tornano le grandi troupe, una su tutte la troupe nazionale acrobatica della Cina con 24 ciclisti acrobatici in pista. Un numero di difficoltà estrema eseguito senza errori.

Di grande effetto, con un’esibizione potente e veloce, la troupe dei cavalieri Dijiguites del Turkmenistan, che ha infiammato ed esaltato il pubblico con un’acrobatica a cavallo sui loro meravigliosi Akhal Teke, razza rarissima dell’Asia Centrale.

Esibizione invece infelice e con molti errori quella dei trapezisti messicani Flying Caballeros, forse causata della stanchezza accumulata durante gli spettacoli di selezione, ma conseguenza anche di una concezione del circo da ‘Guinness dei primati’ in cui si cerca solo il nuovo record. A farne le spese la godibilità del numero stesso, che risulta lungo e macchinoso.

Inspiegabile invece il clown d’argento ai Clown Pastelito, che non hanno fatto ridere il pubblico e hanno presentato gags che sarebbero risultate datate anche 30 anni fa, facendo semplicemente ‘tanto rumore per nulla’. 

Divertente, scanzonato e coinvolgente il numero di cani ammaestrati di Wolfgang Lauenburger, esempio di simbiosi tra uomo e animale.

Scelta invece scellerata e idiota quella di fare esibire il giovane e bravissimo ragazzino Dmitro Onyshchenko, di soli 9 anni (che presenta un meraviglioso e poetico numero di cinghie aeree e giocoleria), senza nessuna misura di sicurezza. Questa scelta irresponsabile non credo sia accettabile perché mette a rischio un giovanissimo artista. Male, anzi malissimo.

Sfilano in cerchio gli animali esotici, senza infamia e senza lode, ma evidentemente il mio gusto è molto distante da quello dei giurati. 

Un ottimo pattinaggio acrobatico e un numero sfolgorante di contorsioniste mongole regalano adrenalina e immagini quasi mitologiche. 

Per concludere: uno spettacolo di alto livello tecnico, probabilmente il più alto al mondo, che però non riesce a risultare fluido e veloce (buone le luci, meno le musiche che a volte si interrompono prima che il numero sia finito).

Voto finale 7.5