Natale vuol dire tradizione. Non è Natale senza presepe, alberi, candele rosse, panettone… E il circo? Immancabile. In questi giorni sta facendo tappa a Bari la ‘seconda unità’ del Circo Nazionale Lidia Togni (la terza è operativa su ghiaccio). Affidata a Vinicio Canestrelli Togni, questa seconda unità si distingue per il colore ‘latino-americano’ dello spettacolo che con successo sta portando in giro da alcuni mesi.
Durante una sosta tra spettacoli, abbiamo conversato con questo ancor giovane figlio d’arte e tra i più esperti ammaestratori di cavalli al mondo : – Signor Vinicio, perché ancora il circo, questo spettacolo pressoché primordiale in un mondo sempre più tecnologico? – “Perché quella del circo non è attrazione, è magia. La tecnologia al massimo può intrigare intriga ; il fascino del circo è tutta un’altra cosa. Il circo è verità, è l’unica forma di spettacolo che mette tutti d’accordo. Per questo resta insuperabile, malgrado la gran concorrenza che gli fanno cinema, tv, calcio…”. – Cosa differenzia il circo italiano da quello straniero? – “Siamo portatori di una cultura del circo che è sempre un passo più avanti rispetto agli altri. Per esempio facciamo uso di tensostrutture di ultima generazione e di cui nessuno dispone.
Ciò incide sulla qualità dello spettacolo. Lo sapeva che statunitensi e russi adoperano tensostrutture costruite in Italia?” – Cosa è cambiato in tanti anni di militanza circense? – “Molte cose. In origine il nostro circo era tutto italiano. Poi, viaggiando, i contatti ci hanno arricchiti, un po’ contaminati. Questo spettacolo, per esempio, è all’insegna del latino/americano, con star che vengono in buona parte dall’altra costa dell’Atlantico. Il risultato è un prodotto particolarmente caldo”. – Cosa ne pensa delle accuse degli animalisti, come se ne difende? – “Neanche avverto il bisogno di difendermi.
Nessuno di noi qui si sente in colpa. Far giocare un animale e nel contempo dare spettacolo non è maltrattamento. Maltrattamento è violentare un animale costringendolo a fare i conti con un habitat e un clima a cui non può adattarsi.
Questo da noi non avviene. E poi siano controllatissimi, come è giusto che sia. Riceviamo quasi settimanalmente un visita da Asl e Forestale. Non si scappa. E poi, che interesse avremmo a maltrattare un cavallo o un leone? Un animale malconcio non fa spettacolo”. – Che futuro ha il circo? – “Quale futuro abbia, non saprei dire. So per certo però che un futuro ce l’ha. Ci saranno novità, comunque, il circo è spettacolo in evoluzione continua…” – … quindi dovrà fare i conti con una tecnologia sempre più sofisticata. – “Beh, cercheremo di non farci sopraffare dai ritrovati della tecnica. D’altra parte abbiamo già visto in passato che spettacoli ad alto tasso tecnologico non incontrano il massimo favore del pubblico”. – Tecnologia, sì, ma con misura, in definitiva. – “Non vedo altra formula. Diversamente perdiamo la nostra verità”.
Tratto dal Quotidiano di Bari