Il circo Medini costretto a mangiare… alla Caritas

Avatar Giuseppe Calarota

Pubblichiamo un articolo apparso su quilivorno.it a firma di Roberto Olivato.

Alcuni giorni or sono la stampa locale compreso il nostro Qui Livorno online , si è interessata con diversi articoli del circo Medini che dal 2 di settembre e sino al 2 ottobre ha  piantato il proprio tendone a Porta a Terra, rallegrandosi per l’assenza di animali all’interno degli spettacoli. Il nostro incontro con Fabrizio Medini è avvenuto a seguito di una segnalazione dei circensi per lo stato di abbandono in cui l’amministrazione cittadina li ha lasciati, come racconta lo stesso Medini: “Siamo arrivati a Livorno dopo aver sentito dell’allontanamento del circo Medrano dietro pressione degli animalisti, convinti di poter dimostrare come un circo potesse lavorare e quindi esistere anche senza gli animali, ma purtroppo non abbiamo avuto il supporto che meritavamo e così oggi siamo stati costretti a ricorrere alla Caritas per poter mangiare”.

Si spieghi meglio, come mai siete giunti alla Caritas?
“Innanzitutto desidero ringraziare padre Emilio Kolaczyk parroco di S. Ferdinando e cappellano dei circensi in transito da  Livorno. Grazie al suo interessamento siamo riusciti ad avere un pasto alla Caritas, nonostante l’iniziale opposizione di una giovane donna presente nella struttura, che forse dovrebbe imparare meglio il significato della parola carità”.

Torniamo alla domanda, perché alla Caritas?
“E’ semplice e triste nello stesso tempo. Giunti a Livorno, dopo aver contattato l’Amministrazione comunale che rispose con parere favorevole alla nostra richiesta di venire a lavorare in questa città, nessuno ci ha dato una mano, o meglio una l’hanno allungata per chiederci immediatamente la quota di 1500 euro per pagare la tassa del suolo pubblico, che abbiamo oltretutto dovuto ripulire da erbacce e rifiuti vari. Come se non bastasse  abbiamo dovuto pagare 120 euro per rubinetto acqua e 920 euro per tassa rifiuti. Stiamo qui solo un mese e certe cifre sinceramente mi sembrano esagerate  ad ogni modo, sperando nell’affluenza di spettatori il pensiero delle spese passò in secondo ordine”.

Come sta andando lo spettacolo?
“I nostri numeri sono collaudati da anni e chi li ha visti li ha apprezzati, a Livorno però manca il pubblico”.

Forse è anche colpa vostra che non avete pubblicizzato la vostra presenza in città?
“Qui tocchiamo un punto pesante – dice alterandosi Medini – abbiamo chiesto di poter affiggere i nostri manifesti ma ci hanno detto che dovevamo vincere un  appalto. L ’unica possibilità era di affiggerli al centro commerciale poco più avanti, per la modica somma di euro 1000! Ci rendiamo conto? Anziché contare gli incassi da quando siamo arrivati, contiamo le uscite. Entrate quasi zero e non sufficienti a coprire le spese, figurarsi a mangiare”.

Avete contattato l’amministrazione per vedere di coinvolgere le scolaresche ad assistere ai vostri spettacoli?
“Abbiamo parlato con l’assessore Andrea Morini che ci ha promesso un suo interessamento presso le scuole, altrimenti sarà meglio chiudere perché ho ventisei persone da mantenere”.
Questa è la triste storia del circo Medini e dei suoi circensi, adulti e bambini  che lavorano tutti i giorni e faticano a mettere sotto i denti qualcosa da mangiare. A poche centinaia di metri da loro, vi sono altre persone che pur non lavorando riescono a mangiare tre volte al giorno.  Un’accoglienza  a senso unico che la dice lunga sull’effettivo aiuto, allo stato di necessità  di queste famiglie di lavoratori, lasciate in balia di se stesse  esclusivamente  perché troppo dignitose per lamentarsi e protestare e che pagando le dovute spese, non chiedono altro che di essere messe in condizione di poter lavorare.