E’ venuto a mancare dopo una lenta e logorante malattia Eugenio Larible. Sono molte le storie del circo che si intrecciano nel raccontare quella, davvero particolare e intensa, di questo grande protagonista dell’arte circense dell’ultimo secolo, noto in tutto il mondo.
Coloro che lo hanno conosciuto di recente concordano nell’individuare in lui una personalità che si riconosce da subito, un incedere elegante, un’attenzione all’abbigliamento, alla postura, al modo di presentarsi, di stare con la gente, di dire sempre cose appropriate. Insomma un carisma, che in realtà viene da lontano e si è formato grazie a tutte le vicende che ha attraversato, spesso da interprete assoluto. E che raccontano la storia stessa dello spettacolo popolare.
Storie di saltimbanchi
Eugenio Larible appartiene senza dubbio ad una famiglia d’arte. Già in una locandina della seconda metà del 1800, una compagnia di arte varia di stanza a Parigi annunciava un Pierre Larible fra i suoi ginnasti. Notizie più certe si hanno di Carlo, che nel secolo scorso dà via al ramo attuale dei Larible sposando Giulia, una delle cinque sorelle Travaglia che apparentarono tra loro altrettante dinastie di tradizione: oltre ai Larible, i Bestonzo, i Dell’Acqua, i Loyal Repezsky e gli Zoppis. Un bell’intreccio di parentele come nel migliore costume del circo italiano. Dall’unione di Carlo e Giulia nascono quattro figli: Carlo, Bianca, Pietro e Aida. Pietro sposa poi Irene Bizzarro, che oltre ad Eugenio, gli dà Renzo, Sergio, Silvana, Rosanna e Marisa. Il nuovo nucleo famigliare resta per qualche tempo con il Circo Travaglia prima di spostarsi al Circo Bizzarro. Pietro era impegnato soprattutto in numeri di troupe come la bascula e il jockey. Eugenio, vero enfant de la balle, entra in pista a sei anni, prendendo parte allo charivari iniziale del circo di famiglia e ad un semplice numero di pose plastiche. Il giovane apprende soprattutto grazie alla propria forza di volontà e alla innata passione per il circo. A dieci anni, comincia ad esibirsi come antipodista, a dodici inizia con il giocoliere, a quattordici col wasenton e lo stesso anno con il jockey. Ricordava Eugenio che il circo Bizzarro, negli anni immediatamente antecedenti la fine della guerra, aveva trovato un contratto con l’ENSA e dava spettacoli per le truppe in chapiteaux o teatri vicini alle prime linee, ma dati i tempi, si utilizzavano spesso cavalli a rischio di requisizione dell’esercito.
Il debutto al wasenton di Eugenio (poi innovatore della disciplina) avviene per caso. L’ennesima società Dell’Acqua – Canestrelli – Martini si trovava ad allietare le truppe di stanza presso Napoli. Il wasenton era eseguito da un certo Peppo, che ad un certo punto va in crisi depressiva e decide di riposare per un paio di mesi. La compagnia si trova a cercare un sostituto ed Eugenio accetta questa scommessa, la prima di molte vinte nella sua vita.
Storie di circhi leggendari
Nonostante tutte le società possibili e immaginabili le condizioni economiche non promettevano sviluppi interessanti e possiamo immaginare quali sacrifici fossero richiesti nei piccoli circhi italiani a conduzione famigliare di allora. Nel 1948 Eugenio viene chiamato da Silvio Bizzarro che si trova con la scala libera dai Casartelli, ai quali ha parlato del promettente cugino convincendoli ad ingaggiarlo. Eugenio, con il giovane Renzo, arriva nell’ormai mitico Circo Aurora con un aspetto probabilmente un po’ spaurito, proviene dalla bassa Italia, non si è mai mosso dalla famiglia, i suoi bagagli sono un po’ rozzi, ma il rendimento è da subito molto alto: oltre a fare il giocoliere e l’antipodista, prende parte ai numeri di gruppo del jockey, la battuta e lo charivari. E soprattutto continua a concentrarsi sul wasenton, preparando il numero con il quale i Larible acquisteranno infine notorietà internazionale. Eugenio e Renzo iniziano a presentare il numero al doppio wasenton nel 1950, i primi anni sono ancora di formazione e i contratti si limitano all’area italiana. Sono dai Gerardi e dai Gambarutti, poi nel 1955-56 da Palmiri dove si presentano come I Tre Larible, in quanto Eugenio ha nel frattempo sposato Lucina Casartelli, che è diventata loro partner. Il numero, come noto, utilizza un concetto innovativo di attrezzo con le due barre poste una più in alto dell’altra, con una delle due più stretta, in modo tale che i trapezi siano in pratica uno dentro l’altro a permettere esercizi davvero spettacolari, come il brandeggio incrociato finale con i due artisti che volano da una parte all’altra del circo. Interessante notare come ancora una volta tocchi al Circo Palmiri affermare la carriera di giovani artisti italiani.
Storie di un’affermazione planetaria
Anche grazie all’esperienza in questi importanti circhi, il numero dei Larible diventa fra i più importanti del suo genere e comincia ad essere scritturato dai maggiori complessi europei. Dopo Palmiri sono da Krone allo stabile di Monaco, poi in Spagna, in Portogallo, al Coliseau de Ricreao di Lisbona. Qui viene a vederli la Signora Luftmahnn e gli chiede di accettare un suo ingaggio. Eugenio, in maniera molto cortese le risponde: “Non voglio sembrare presuntuoso ma noi abbiamo preso impegni per cifre abbastanza alte, non so se Lei può far fronte a queste richieste”. E lei per tutta risposta: “Per chi mi ha preso? Le porterò un contratto in bianco dove sarà lei ad indicare la cifra”. Va a finire che al circo Luftmahnn i Larible vengono annunciati come “gli artisti italiani più pagati del mondo”! Nel 1959 sono in America per prendere parte (primi italiani) al celebre Ed Sullivan Show. Nel 1961 sono per un lungo periodo a Parigi, prima al Cirque d’Hiver, poi al Montmartre, poi di nuovo all’Hiver. Nel 1962 al Moreno in Danimarca, nel 1964 allo stabile di Great Yarmuth (grazie all’intermediazione del leggendario agente Roberto Germains). Nel 1965 sono da Knie, dove prendono parte anche al lungometraggio Lo spettacolo più affascinante del mondo che la Columbia Pictures produce con i venti migliori numeri di ogni specialità. Nel 1966 sono in tournée da Pinder RTF. Nel 1971 è la Signora Kate Bronette a scritturarli da Scott. Il nucleo famigliare è andato ovviamente allargandosi e, oltre a Renzo, Sergio e Rosanna, comprende ora i figli di Eugenio e Lucina: David, Eliana, Cinzia e Vivienne, i quali man mano vengono inseriti nei numeri di famiglia. I numeri presentati in questi anni sono, oltre al wasenton, i pattini, i giocolieri e, per ultimo, gli argentini. E non si deve pensare che nelle annate che mancano a questo elenco i Larible fossero liberi. Capitava assai sovente che Leonida Casartelli li scritturasse per le numerose tournée all’estero che organizzava in quegli anni, anche perché Eugenio era diventato una delle colonne della sua organizzazione e assumeva anche delicati compiti organizzativi e di supervisione artistica.
Storie di insegnamenti
Dopo essere stato istruttore dei fratelli e delle sorelle minori, Eugenio si ritrova ad esserlo dei propri figli e cerca di capirne le naturali predisposizioni. David è il maggiore ed è quindi anche il primo ad entrare in pista, ma non è l’allievo più volenteroso, anzi il suo carattere socievole lo porta spesso a distrarsi dalle prove. Cinzia si dimostra atleticamente all’altezza ma non gradisce il rapporto con il pubblico. Eliana è talmente bella, che il solo ingresso in pista è sufficiente a garantirle un buon esito (si sposerà con Bernahrd Paul, creatore di Roncalli). La più portata al sacrificio, la più appassionata al lavoro è invece Vivienne. Ed è con lei che Eugenio cerca di realizzare uno dei suoi sogni nel cassetto: quello di eseguire sul wasenton delle figurazioni di icariani. Del resto Vivien dimostra, oltre ad una spiccata propensione alle prove, anche una predisposizione alle discipline aeree dalle quali è in pratica affascinata fin dall’età di sei anni. Nel 1975-76, quindi la giovanissima Vivien sostituisce Sergio che a sua volta aveva sostituito Renzo. Quello stesso anno Eugenio riesce a presentare il “numero impossibile”, dove oltre ad esercizi di icariani vi è quello della scala tenuta in equilibrio sui piedi da Eugenio, sulla quale sale la piccola Vivienne. Altra sorta di scommessa è il debutto di Eugenio come clown bianco che coincide fra l’altro con quello di David come augusto. Nel 1978 al Circo Nock in Svizzera, i Larible sono scritturati con il wasenton, i pattini e i gauchos. Ma il clown dello spettacolo si infortuna seriamente e non può riprendere a lavorare. Verena e Franz Nock, si affidano allora agli istrioni italiani e chiedono ai Larible di montare un’entrata comica. Eugenio, approfittando di un giorno di riposo compra gli attrezzi e in una settimana allestisce un’entrata comica recuperando un canovaccio già esistente, quello del ristorante, ma rinnovandolo completamente ed inserendovi dei passaggi sui pattini a rotelle dove i due augusti – camerieri servono le varie pietanze ballando al tempo della musica che meglio si abbina alla portata. Una tarantella per la pizza, un walzer di Strauss per la viennese, e così via. Eugenio è un buon parlatore (spesso viene utilizzato come presentatore negli spettacoli dei Casartelli), Sergio si rivela un buon augusto e David è in pratica al suo debutto da il clown (anche se ha già fatto qualche ripresina dai Casartelli), ma comincia subito a mostrare il suo grande talento. Dalla seconda metà degli anni ‘80 Eugenio si ritira dalla pista ma continua a dedicarsi alla crescita artistica di David e di Vivien con i quali nel 1989 parte per gli Stati Uniti. E’ lì che David diventa la stella di Ringling e la sua carriera assume i caratteri enormi che conosciamo ed è lì che Vivien diventa la prima aerealista ad esibirsi nella pista centrale del colosso americano sin dagli anni ‘50. Unico rimane il numero che Vivienne presenta per la sua seconda stagione consecutiva da Ringling, nel 1993-94, nel quale per circa dieci minuti lavora in continua rotazione sia del trapezio su sé stesso che dell’intero attrezzo impegnato in un movimento circolare. Inutile dire che dietro a questi incredibili risultati c’è sempre il lavoro oscuro ma determinante di Eugenio il quale continua inoltre ad avere un ruolo determinante nella creazione delle nuove entrate di David così come è parte centrale dell’esperienza teatrale del figlio che approderà in decine di prestigiosi palcoscenici in tutto il mondo e che avrà un’epifania singolare nello spettacolo David & Family dove Eugenio interpreta sé stesso impegnato a tramandare l’arte alle nuove generazioni.
Storie di metodi
Nel 1996 Eugenio lascia l’America, Ringling, e la famiglia per rientrare in Italia. La scelta è anche di vita, in quanto Eugenio convive con una nuova compagna, Olga Krapivina, dalla quale avrà altri quattro figli, Daniel, Alessandra, Beatrice e Liana (tutti “fermi”, ma appassionati di musica e pittura). Dopo essere stato contattato da numerosi istituti di formazione professionale circense, nel gennaio del 1997, Larible sceglie l’Accademia del Circo, dove ritrova Egidio Palmiri, direttore del circo che lo aveva lanciato da giovanissimo. E dove può mettere a frutto le numerose esperienze apprese sia da artista che da formatore dei propri fratelli e soprattutto dei propri figli.
Gli allievi dell’Accademia ne parlano come di un istruttore esigente ma non severo, anzi molto comunicativo, capace di stabilire un rapporto umano molto intenso con i ragazzi a cui insegna. I quali sentono probabilmente anche il carisma del grande artista che ha frequentato luoghi e personaggi che fanno oggi parte della storia del circo. L’approccio pedagogico cerca di non seguire in maniera troppo rigida itinerari prefissati, è un approccio “vivo”. Per esempio alcuni originali esercizi di giocoleria nascono da errori degli allievi che hanno suggerito a Larible nuove traiettorie, nuove figure. Questo ovviamente non vuol dire non ci sia alla base dell’insegnamento un metodo preciso, anzi. È importante far comprendere i meccanismi che regolano ogni singolo esercizio. Certo oltre alle tecniche è importante riuscire a trasmettere agli allievi anche l’entusiasmo per ciò che si sta facendo. Ciò si può ottenere variando lo schema delle prove e soprattutto lasciando spesso intravedere quale sarà il risultato finale, che si raggiunge solo passo dopo passo.
Ha ricordato di lui il giornalista Ruggero Leonardi: “Ho ancora davanti agli occhi l’immagine di un maestro che insegnava ai figli che il circo è una cosa tremendamente seria e li stimolava a non dimenticarsene mai. Parlo di Eugenio Larible, da me tante volte incontrato durante le mattine di prova al Circo Medrano. Le parole per istruire i figli, qualche volta, erano così vibrate che sembravano sollevare pulviscoli di segatura sulla pista. Anche quando stava sul trapezio Washington, anche quando stava nella scomoda posizione della testa in giù sul trapezio.”
Probabilmente si può inscrivere a Eugenio Larible il singolare record di essere l’istruttore più premiato della storia del Festival di Monte Carlo, in quanto oltre all’Argento e all’Oro conquistati dal figlio David, si possono contare anche l’Argento delle Sorelle Azzario (equilibriste) e l’Oro dei Fratelli Errani (acrobati icariani). E ovviamente è da sempre un magnetico modello anche per i numerosi nipoti nel frattempo cresciuti e anch’essi dedicati all’arte circense.
Importante ricordare che quando si parlava della costruzione dei numeri, Eugenio Larible puntava innanzitutto sulla originalità, riteneva importante che i numeri avessero qualcosa di diverso dal solito, nello stile di presentazione, nell’attrezzistica, nelle tecniche utilizzate. L’imperativo era non cadere nel rischio del “numero fotocopia”.
E di certo non ci è caduto lui, la sua vita, la sua carriera, rimangono modelli assai difficili da replicare, contraddistinti dall’amore per il suo mestiere e per la sua famiglia. Lascia un’eredità importante, quella della dedizione, del talento, difficile da raccogliere ma centrale per l’auspicabile sviluppo di una storia che procede da secoli.
di Alessandro Serena per Circo.it
E’ venuto a mancare dopo una lenta e logorante malattia Eugenio Larible. Sono molte le storie del circo che si intrecciano nel raccontare quella, davvero particolare e intensa, di questo grande protagonista dell’arte circense dell’ultimo secolo, noto in tutto il mondo.
Coloro che lo hanno conosciuto di recente concordano nell’individuare in lui una personalità che si riconosce da subito, un incedere elegante, un’attenzione all’abbigliamento, alla postura, al modo di presentarsi, di stare con la gente, di dire sempre cose appropriate. Insomma un carisma, che in realtà viene da lontano e si è formato grazie a tutte le vicende che ha attraversato, spesso da interprete assoluto. E che raccontano la storia stessa dello spettacolo popolare.
Storie di saltimbanchi
Eugenio Larible appartiene senza dubbio ad una famiglia d’arte. Già in una locandina della seconda metà del 1800, una compagnia di arte varia di stanza a Parigi annunciava un Pierre Larible fra i suoi ginnasti. Notizie più certe si hanno di Carlo, che nel secolo scorso dà via al ramo attuale dei Larible sposando Giulia, una delle cinque sorelle Travaglia che apparentarono tra loro altrettante dinastie di tradizione: oltre ai Larible, i Bestonzo, i Dell’Acqua, i Loyal Repezsky e gli Zoppis. Un bell’intreccio di parentele come nel migliore costume del circo italiano. Dall’unione di Carlo e Giulia nascono quattro figli: Carlo, Bianca, Pietro e Aida. Pietro sposa poi Irene Bizzarro, che oltre ad Eugenio, gli dà Renzo, Sergio, Silvana, Rosanna e Marisa. Il nuovo nucleo famigliare resta per qualche tempo con il Circo Travaglia prima di spostarsi al Circo Bizzarro. Pietro era impegnato soprattutto in numeri di troupe come la bascula e il jockey. Eugenio, vero enfant de la balle, entra in pista a sei anni, prendendo parte allo charivari iniziale del circo di famiglia e ad un semplice numero di pose plastiche. Il giovane apprende soprattutto grazie alla propria forza di volontà e alla innata passione per il circo. A dieci anni, comincia ad esibirsi come antipodista, a dodici inizia con il giocoliere, a quattordici col wasenton e lo stesso anno con il jockey. Ricordava Eugenio che il circo Bizzarro, negli anni immediatamente antecedenti la fine della guerra, aveva trovato un contratto con l’ENSA e dava spettacoli per le truppe in chapiteaux o teatri vicini alle prime linee, ma dati i tempi, si utilizzavano spesso cavalli a rischio di requisizione dell’esercito.
Il debutto al wasenton di Eugenio (poi innovatore della disciplina) avviene per caso. L’ennesima società Dell’Acqua – Canestrelli – Martini si trovava ad allietare le truppe di stanza presso Napoli. Il wasenton era eseguito da un certo Peppo, che ad un certo punto va in crisi depressiva e decide di riposare per un paio di mesi. La compagnia si trova a cercare un sostituto ed Eugenio accetta questa scommessa, la prima di molte vinte nella sua vita.
Storie di circhi leggendari
Nonostante tutte le società possibili e immaginabili le condizioni economiche non promettevano sviluppi interessanti e possiamo immaginare quali sacrifici fossero richiesti nei piccoli circhi italiani a conduzione famigliare di allora. Nel 1948 Eugenio viene chiamato da Silvio Bizzarro che si trova con la scala libera dai Casartelli, ai quali ha parlato del promettente cugino convincendoli ad ingaggiarlo. Eugenio, con il giovane Renzo, arriva nell’ormai mitico Circo Aurora con un aspetto probabilmente un po’ spaurito, proviene dalla bassa Italia, non si è mai mosso dalla famiglia, i suoi bagagli sono un po’ rozzi, ma il rendimento è da subito molto alto: oltre a fare il giocoliere e l’antipodista, prende parte ai numeri di gruppo del jockey, la battuta e lo charivari. E soprattutto continua a concentrarsi sul wasenton, preparando il numero con il quale i Larible acquisteranno infine notorietà internazionale. Eugenio e Renzo iniziano a presentare il numero al doppio wasenton nel 1950, i primi anni sono ancora di formazione e i contratti si limitano all’area italiana. Sono dai Gerardi e dai Gambarutti, poi nel 1955-56 da Palmiri dove si presentano come I Tre Larible, in quanto Eugenio ha nel frattempo sposato Lucina Casartelli, che è diventata loro partner. Il numero, come noto, utilizza un concetto innovativo di attrezzo con le due barre poste una più in alto dell’altra, con una delle due più stretta, in modo tale che i trapezi siano in pratica uno dentro l’altro a permettere esercizi davvero spettacolari, come il brandeggio incrociato finale con i due artisti che volano da una parte all’altra del circo. Interessante notare come ancora una volta tocchi al Circo Palmiri affermare la carriera di giovani artisti italiani.
Storie di un’affermazione planetaria
Anche grazie all’esperienza in questi importanti circhi, il numero dei Larible diventa fra i più importanti del suo genere e comincia ad essere scritturato dai maggiori complessi europei. Dopo Palmiri sono da Krone allo stabile di Monaco, poi in Spagna, in Portogallo, al Coliseau de Ricreao di Lisbona. Qui viene a vederli la Signora Luftmahnn e gli chiede di accettare un suo ingaggio. Eugenio, in maniera molto cortese le risponde: “Non voglio sembrare presuntuoso ma noi abbiamo preso impegni per cifre abbastanza alte, non so se Lei può far fronte a queste richieste”. E lei per tutta risposta: “Per chi mi ha preso? Le porterò un contratto in bianco dove sarà lei ad indicare la cifra”. Va a finire che al circo Luftmahnn i Larible vengono annunciati come “gli artisti italiani più pagati del mondo”! Nel 1959 sono in America per prendere parte (primi italiani) al celebre Ed Sullivan Show. Nel 1961 sono per un lungo periodo a Parigi, prima al Cirque d’Hiver, poi al Montmartre, poi di nuovo all’Hiver. Nel 1962 al Moreno in Danimarca, nel 1964 allo stabile di Great Yarmuth (grazie all’intermediazione del leggendario agente Roberto Germains). Nel 1965 sono da Knie, dove prendono parte anche al lungometraggio Lo spettacolo più affascinante del mondo che la Columbia Pictures produce con i venti migliori numeri di ogni specialità. Nel 1966 sono in tournée da Pinder RTF. Nel 1971 è la Signora Kate Bronette a scritturarli da Scott. Il nucleo famigliare è andato ovviamente allargandosi e, oltre a Renzo, Sergio e Rosanna, comprende ora i figli di Eugenio e Lucina: David, Eliana, Cinzia e Vivienne, i quali man mano vengono inseriti nei numeri di famiglia. I numeri presentati in questi anni sono, oltre al wasenton, i pattini, i giocolieri e, per ultimo, gli argentini. E non si deve pensare che nelle annate che mancano a questo elenco i Larible fossero liberi. Capitava assai sovente che Leonida Casartelli li scritturasse per le numerose tournée all’estero che organizzava in quegli anni, anche perché Eugenio era diventato una delle colonne della sua organizzazione e assumeva anche delicati compiti organizzativi e di supervisione artistica.