Come l’acqua per gli elefanti… o non proprio!

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Da giorni ormai testate giornalistiche, emittenti televisive e radiofoniche, di ogni genere e ideologia, stanno dedicando la loro attenzione ad un fatto “sconcertante”, che ha dato la possibilità a chiunque di esprimere pareri in merito a questa vicenda. Ma andiamo per ordine. 

Nella giornata di ieri, lunedì 27 agosto, alcuni video, condivisi da dei passanti, hanno sviluppato nella visione collettiva un insieme di emozioni, per la maggior parte negative. Siamo nella provincia di Cosenza il 14 agosto 2018 precisamente a Santa Maria del Cedro, sulla costa tirrenica, luogo in cui il circo Amedeo Orfei ha deciso di installare la sua struttura per lo svolgimento di una comune piazza estiva. Tutto bene fino a questo punto, se non fosse per un particolare video, che ormai dilaga da giorni, il quale mostra l’elefantessa del circo Orfei fare un piacevole bagno a mare accerchiata dai bagnanti visivamente attratti dalla scena.

Come si suol dire: “Quanto più uno è ignorante tanto più è audace e pronto a scrivere". Non sono infatti mancati articoli, video e commenti sui vari social network, attraverso i quali venivano additati i proprietari del circo Amedeo Orfei come schiavisti di esseri viventi.

In molti però purtroppo evitano e SOPRATTUTTO IGNORANO alcuni particolari.
Ormai da anni le battaglie animaliste contro il circo tradizionale sono all’ordine del giorno, non siamo qui a prendere parti in merito a chi ha ragione o meno, semplicemente è giusto puntualizzare alcuni aspetti.

Gli animali (grandi o piccoli che siano) che vivono nel circo sono animali cresciuti da generazioni in cattività e periodicamente sottoposti a visite specifiche. Numerosi studi veterinari affermano ormai da anni che i livelli di cortisolo, anche detto “ormone dello stress” la cui produzione aumenta proprio in condizioni alquanto severe di stress psico-fisico, si mantengono basse e nella media;

Immaginate una belva feroce o un mammifero possente come un elefante, stressato e con la sola voglia di attaccare, quale reazione potrebbe avere contro il suo addestratore. Di sicuro non siamo quì a giustificare in alcun modo quelli che, di proposito e palesemente, maltrattano degli esseri viventi, al contrario, siamo sicuri che qualunque pena non sia sufficiente ma chi fa il suo lavoro con amore, chi tratta gli animali come proprio membri della famiglia, mettendo in prima linea il loro benessere, non dovrebbe essere assoggetto a questa gogna mediatica. Siamo tutti bravi a scrivere “BASTA IL CIRCO CON GLI ANIMALI” e poi quando è l’ora di mangiarli la compassione sparisce.

Per concludere, allego delle foto che ritraggono l’elefantessa immortalata in molte altre piazze del circo, in cui è libera di concedersi giri in piena tranquillità accompagnata dal suo addestratore che, per la cronaca, era presente al momento del bagno nel mare calabrese, proprio perché era stato lui a portarla li e non perché l'elefantessa era fuggita dal circo.

Federico Avolio