Alla fine degli anni ‘90 mio padre desiderò dare forma ad un progetto che aveva a cuore: consegnare all’Italia ed al mondo un’opportunità per innamorarsi del Circo, della sua antica tradizione e di tutte le sue possibili implicazioni nel più ampio panorama artistico e culturale.
Mio padre Giulio sognava in grande ma sapeva di poter contare sull’impegno corale dei suoi affetti più cari, di mia madre Mirella e di tutta la nostra grande famiglia.
Non mise mano alla realizzazione di un nuovo complesso circense; quel tipo di esperienza gli era già appartenuta per molti anni e ad essa aveva dedicato tanta passione. Mio padre non immaginava uno spettacolo itinerante, non un cliché già collaudato, ma qualcosa di unico, capace di assegnare al mondo del Circo ed a ciascuna delle sue discipline quella dignità e quella autorevolezza che solo un evento dal carattere straordinario avrebbe potuto attribuire.
Fu così che nel 1999 si poté realizzare la prima edizione del Festival Internazionale del Circo che assunse, quale propria denominazione, il nome della città di Latina.
Tenacia, spirito di gruppo, sacrificio hanno accompagnato tutti noi, Giulio Montico in testa, per le prime edizioni del Festival; un’unica, forte ambizione: far crescere l’evento affinchè di anno in anno, con il succedersi delle varie edizioni potesse maturare una vera caratura internazionale.
Se nell’immediato quel 1 Settembre 2008 rappresentò una tappa terribile della nostra vicenda umana, oggi a quel ritorno in cielo riesco ad attribuire, tra gli altri, anche un altro significato: quello di un padre, un uomo, un artista che desideri rendere eterna ed universale la propria memoria attraverso il segno permanente di ciò che ha creato dal nulla: un Festival che annualmente illumina la pista di Latina di una luce i cui riflessi raggiungono ogni continente.
È infinito l’orgoglio con il quale oggi, ovunque mi rechi nel mondo per partecipare ad eventi di settore, mi accorgo che artisti, operatori o semplici appassionati del Circo, se chiamati a fare un’associazione di idee tra l’Italia e qualcos’altro, quasi sempre pensino al “nostro” Festival. Un Festival che, pertanto, già dal 2015 ha assunto la denominazione di “International Circus Festival of Italy”, proprio a sottolineare la rilevanza conseguita tra le manifestazioni dedicate, nel mondo, alla celebrazione del Circo. Questo mi dà la misura di come il sogno preconizzato da mio padre oggi sia assoluta realtà.
La ventesima edizione del Festival, dunque, assume una serie di significati del tutto speciali:
1. Celebrazione: quattro lustri di ininterrotta attività rappresentano l’opportunità per riflettere sulla credibilità riconosciuta alla manifestazione da quanti, negli anni, attraverso differenti modalità, ne hanno attestato l’autorevolezza; penso alle Istituzioni pubbliche, alle Associazioni di categoria, ai grandi partner, alle testate giornalistiche e di settore ed in particolare al Parlamento Europeo che quest’anno ci onora del suo Alto Patrocinio.
2. Festa: il numero degli artisti, degli ospiti d’onore, delle personalità del mondo del Circo, dei giurati che in venti anni hanno onorato il Festival della loro partecipazione è dell’ordine delle migliaia. Tanti, tantissimi di loro saranno nuovamente a Latina ad Ottobre.
3. Meraviglia: intorno all’evento di spettacolo in senso stretto, si sono affermati negli anni tanti eventi collaterali che sono il segno tangibile di come il Circo sia foriero di tante belle opportunità capaci di mescolare tra loro le differenti arti e la cultura.
4. Vittoria (parziale): sono innumerevoli le difficoltà che si incontrano per la realizzazione di una kermesse circense: risorse limitate, burocrazia farraginosa, forme di dissenso non sempre civili… si tratta di veri e propri “fardelli” che, di anno in anno, appesantiscono il lavoro di produzione. Come non auspicare normative condivise, correttezza delle relazioni, rispetto delle reciproche posizioni…
5. Grazie: venti edizioni del Festival non sarebbero state possibili senza la collaborazione di innumerevoli persone di buona volontà; penso alla produzione, alla segreteria, al personale incaricato dell’accoglienza, ai tecnici, agli operai, agli operatori della comunicazione ed a tutta la grande famiglia del Festival. A loro il mio più sentito ringraziamento.
Qualcuno mi ha chiesto: “per quale motivo una manifestazione dedicata al Circo, ideata nel 1999, superando ogni ostacolo, è giunta così forte, in modo quasi imperiale, alla celebrazione del suo ventennale?”. Credo che una possibile risposta sia ben rappresentata nello scatto fotografico che di anno in anno realizziamo alla fine dell’evento: quella pista valica ogni barriera: accomuna persone differenti per provenienza geografica, cultura, religione. Mette insieme tutti al di là di tutto. E ciascuno sorride, cha abbia vinto oppure no. La pista del Festival è inclusiva, mette in scena l’allegria, racconta la bellezza, realizza la gioia, produce la pace. Ricette migliori?
Buon Festival a tutti. E buon ventennale…