“Maledetto quel giorno che ho deciso di rinunciare agli animali – ci racconta Fabrizio Medini – pensavo che la rinuncia sofferta agli animali portasse una maggiore collaborazione con gli animalisti da sempre molto polemici con noi, ma non abbiamo avuto nessun tipo di collaborazione”.
La realtà dei fatti, infatti, è che senza tigri, elefanti e altre bestie esotiche le famiglie snobbano lo spettacolo: “Gli animali da sempre attraggono le famiglie con i bambini: può anche non piacere agli animalisti ma la realtà è questa. E con la nostra scelta il nostro circo rischia il fallimento; siamo esposti con migliaia di euro con le banche e se a Nizza lo spettacolo non andrà bene saremo costretti a chiedere una proroga al Comune di Nizza perchè non avremo più le disponibilità finanziarie per spostarci”.
Il Circo dà attualmente lavoro tra le venti e le sessanta persone, tra artisti e personale della struttura: “Quello che mi ha ferito maggiormente – ribadisce Medini – è il fatto che in seguito a questa rinuncia non abbiamo trovato la minima solidarietà da parte degli animalisti, soprattutto in Piemonte. Anzi, sono continuati gli atti vandalici contro di noi, con scritte ingiuriose sui nostri camion e il taglio delle gomme. Molti vengono a contestarci, mandano lettere ai giornali, senza sapere della nostra scelta. Anche il Comune, pur disponibilissimo nei nostri confronti, era letteralmente terrorizzato dal fatto che avessimo animali con noi. Questo mi ha fatto perdere le staffe”.
E per il futuro, Medini riserva l’ultima provocazione: “La nostra scelta è stata coraggiosa, ma non è stata supportata da nessuno. Se continua così, il prossimo anno tornerò nelle piazze animali con gli animali”.