La professoressa Laura Occhini, psicologa, ha scritto su Informarezzo un intervento abbastanza ostile nei confronti dei circhi.
Il presidente Enc, Antonio Buccioni, ha appena inviato al giornale online Informarezzo, la seguente replica:
Fra le perle della psicologa che si è messa in testa di risanare la società italiana partendo da un centinaio di circhi, c’è anche quella che “i bambini al circo non entrano in contatto con il mondo animale ma assistono allo stravolgimento della natura stessa di quell’animale ad opera di un addestratore”. Sorvoliamo sul resto, perché il riferimento ai “metodi brutali per imporre sottomissione e obbedienza” è una frase che, fuggita dalla bocca di una psicologa, non ha fondamento scientifico ma è niente più di una opinione. Ci sono invece grandissimi esperti di animali e serissimi psicologi che la pensano in modo opposto a Laura Occhini. Ci sono stati anche convegni su questo tema, ma il mondo del circo – che non è una lobby che vuole condizionare l’opinione pubblica, come invece fanno gli animalisti – non si è mai sognato di chiedere a degli psicologi che non la pensano come la prof. Occhini e pochi altri, di firmare documenti a favore.
Voglio qui, però, citare il pensiero di un vero esperto di animali (ha un curriculum lungo un chilometro), per una vita docente di Zoologia e di Anatomia Comparata, ma anche di Storia delle Scienze all’Università di Firenze, il prof, Alberto Simonetta: “Gli “animalisti di solito non capiscono nulla degli animali che vorrebbero proteggere. Quando mai un bravo addestratore, che sia di cani o di tigri, usa la ”prepotenza”? Certo ci sono e ci sono sempre stati gli energumeni che vogliono “sottomettere” il loro cane a bastonate, ma sono, nella migliore delle ipotesi, semplicemente degli ignoranti. I veri risultati si ottengono quando si stabilisce un rapporto affettivo in cui l’animale collabora con entusiasmo. I nostri animalisti potrebbero riflettere sul caso classico di cani che, quando vogliono andare a spasso, vanno a cercare il guinzaglio e lo portano al padrone”. E ancora: “Il segreto dell’addestramento consiste nell’utilizzare tendenze naturali al gioco o altro per ridirigerle secondo quello che è opportuno nel circo. E’ esattamente quello che si fa con gli animali domestici come cani o cavalli. Un animale sano, specialmente se è un mammifero di taglia media o grande, ha una naturale propensione al gioco”. E poi: “La vera e massima utilità del circo è quella di far vedere come sia possibile raggiungere con quasi ogni sorta di animali, un vero rapporto di collaborazione, come sia possibile, per un bambino, giocarci insieme, ma anche come si deve imparare a giocare con gli animali, che non sono dei peluche. Molti degli incidenti che purtroppo succedono ai bambini sono dovuti al fatto che essi non vengono adeguatamente educati ad interagire con i vari tipi di animali e a capirne il “linguaggio”. Sotto questo aspetto il potenziale educativo dei circhi mi sembra ancora poco sfruttato”.
Infine un piccolo appunto di “ignoranza” giuridica (che tradisce, ancora una volta, un atteggiamento poco scientifico): un Regolamento comunale non può vietare l’attività dei circhi con animali, cara professoressa. Ci sono decine di sentenze di Tar a ribadirlo. E adottarlo non sarebbe quindi “un messaggio educativo” ma di profonda ignoranza in materia di diritto, oltre che un vero e proprio sopruso”.