Cattolica (Rimini), 6 agosto 2013 – IL VECCHIO domatore di tigri e leoni ruggisce ancora. E lui, Nando Orfei, una leggenda del circo internazionale, attore, fra l’altro, per il Maestro Fellini in «Amarcord», alla soglia dei suoi 80 anni, urla contro la «sua» gente, quella di Cattolica che lo ha tradito. All’ultimo spettacolo gli spettatori erano poco più di una trentina. E il domatore, che sempre aveva reagito alle più feroci zampate delle sue bestie durante le esibizioni in giro per il mondo, questa ferita proprio non riesce a rimarginarla.
Che è accaduto a Cattolica?
«Non si possono umiliare così gli artisti; ieri (domenica; ndr) ho avuto un momento di debolezza a fine spettacolo quando ho visto che c’erano al massimo trenta-quaranta persone. Avevo il morale a terra, così si sta uccidendo il circo. Mi sono sentito tradito, proprio qui a Cattolica, che io considero la mia terra, visto che sono nato in provincia di Ferrara. Qui siamo stati trattati male, pochi, pochissimi spettatori; per un cantante inglese (Sting; ndr) la gente era disposta a pagare 100 euro, per noi, che siamo artisti veri, zero assoluto. Non me lo aspettavo, non qui, non nella terra del mio amico Fellini».
Questo tradimento è avvenuto solo a Cattolica o lo avete registrato anche in altre parti d’Italia?
«Solo a Cattolica. A Milano abbiamo fatto il tutto esaurito per giorni e giorni. La delusione è stata solo qui. E non capisco il perché. Eppure i pochi che c’erano, sono venuti a farci i complimenti perché ci hanno detto che lo spettacolo era bellissimo».
Ma il circo è morto o no?
«È morto il vecchio circo, fatto da quelli che non sanno rinnovarsi, che non sanno confezionare uno spettacolo al passo con i tempi».
Eppure voi siete stati i veri innovatori dando vita ad un circo senza animali
«Due anni fa abbiamo deciso di fare uno spettacolo-esperimento senza l’utilizzo di bestie feroci. È uno spettacolo raccolto, con atmosfere d’avanguardia come quelle del Cirque du soleil, a tratti retrò come il Circo dei sogni con ambientazioni felliniane. È un circo da vedere e da vivere, con costumi meravigliosi, da capogiro e con artisti di valenza mondiale».
Pentiti di questa scelta?
«No, dovevamo pur lavorare. Su 100 Comuni, ben 80 non concedevano gli spazi a circhi che avessero lavorato con gli animali. Siamo sommersi dalla burocrazia, sapesse quanti permessi bisogna avere e quante spese! Questo show senza animali è davvero meraviglioso, da vedere, non è solo uno spettacolo per bambini, ma per tutta la famiglia. È pura magia»
Quindi non avete abbandonato totalmente l’idea di rifare uno spettacolo anche con gli animali?
«Assolutamente no, non è detto che in un prossimo futuro non si dia vita anche ad uno spettacolo con le bestie. Con quali non lo so ancora, visti tutti i divieti in vigore».
Gli animalisti hanno contribuito a dare un colpo di grazia al circo?
«Ci hanno distrutto. Ci hanno martirizzato per anni e l’Ente Circhi si è svegliato troppo tardi. Sono dell’avviso che gli animali vadano tolti a quei circhi che non li sanno trattare bene, bisognerebbe fare controlli accurati. Noi abbiamo sempre amato gli animali e li abbiamo sempre trattati bene».
È il momento peggiore della sua carriera?
«Sono contento perché domani torno a lavorare. Non mi arrenderò mai, voglio morire in pista, nel mio circo».
Grazia Buscaglia – ilrestodelcarlino.it