Campobasso. Anche questa volta, con l’arrivo del circo acquatico in città non sono mancate le polemiche da parte degli animalisti.
Nonostante nessuno sembri intenzionato a intraprendere proteste formali come è, invece, accaduto solo qualche tempo fa, quando a Campobasso approdò il circo Orfei, questa volta la denuncia è partita direttamente dal web, con un post e una foto sul noto social network Facebook, per giungere poi nelle testate giornalistiche attraverso una lettera aperta. A firmarla anche questa volta la sezione provinciale dell’Ente protezione animali e Fare Verde. Una nota congiunta per denunciare «la violenza che c’è dietro un delfino che saluta o a una foca che tiene in equilibrio una palla sul naso» ma anche per chiedere ai genitori di «insegnare ai propri figli ad amare la libertà e gli animali come tali e non come burattini».
Accuse, queste, che il direttore del circo acquatico, Marcello dell’Acqua, respinge subito al mittente.
«Il circo è patrimonio dell’umanità» dice convinto Marcello che, per dare maggior rilievo alla sua tesi, si avvale di un opuscolo divulgativo dell’Agis, l’Ente nazionale circhi, che reca il medesimo titolo.
«Venissero qui a vedere come ci prendiamo cura degli animali, prima di parlare o protestare, non si può giudicare senza conoscere» continua mentre ci fa strada verso Jerry e Alina, un pinguino di 5 anni e una foca di 9 che a partire da questa sera intratterranno gli spettatori del capoluogo con numeri speciali.
«Mangiano circa 100 kilogrammi di aringhe a settimana, per un totale di circa 300 euro. Godono di tutte le cure veterinarie necessarie, l’acqua in cui si immergono è sempre pulita, non mi sembra che siano maltrattati, così come è impensabile parlare di un addestramento violento».
«Alina – continua a raccontare Marcello – l’ho acquistata per oltre 8 mila euro, ma chi me l’ha venduta non mi aveva detto che fosse incinta, solo qualche giorno dopo, invece, ha partorito, ma il piccolo per una complicazione è morto. Lei è stata molto nervosa dopo l’accaduto e per diverso tempo non si è certo esibita. In Italia le battaglie che dobbiamo portare avanti con gli animalisti – analizza ancora – si sommano a tutta la burocrazia e alla tasse che paghiamo. Noi non guadagniamo poco, ma per continuare a lavorare dobbiamo necessariamente reinvestire il tutto nel circo. Gli incassi sono spesi per la luce, per l’occupazione di suolo pubblico, per l’assicurazione dei mezzi, per il gasolio e per tutte le altre ammende che versiamo. Qui oltre ai miei quattro figli, ci sono altri sei operai oltre ai due artisti, Nico Scaffidi e Giuseppe Pisani, che con la loro esibizione contribuiranno alla riuscita dello spettacolo».
Il primo, di origini siciliane, che ha partecipato per ben due volte alla famosa trasmissione Italian’s Got Talent, a partire da questa sera farà, infatti, un numero con i serpenti, mentre il secondo, meglio conosciuto come l’uomo di gomma, è in grado di entrare in una scatola di piccolissime dimensioni.
«Ovviamente – prosegue ancora Marcello per offrire un bello spettacolo i costi sono elevati».
Con 73 primavere sulle spalle lui nel circo ci è nato e a soli tre anni, durante la seconda guerra mondiale ha rischiato anche di perderci la vita.
«Il 31 dicembre del 1943 a Chieti la mia famiglia era intenta ad esibirsi per un commando tedesco, quando una bomba fece esplodere tutto e mia madre, insieme ad altri miei sei fratelli, morì. Solo mio padre, che non si trovava lì, io e mia sorella ci salvammo perché mia madre ci fece da scudo con il suo corpo. Dopo quella grave perdita la tradizione proseguì, anche perché quello era l’unico mestiere che mio padre aveva sempre fatto».
Una vita intensa quella che Marcello racconta soffermandosi su numerosi particolari, come ad esempio quello che lo lega proprio alla città di Campobasso.
«La mia matrigna che per me è stata davvero come una madre naturale abitava proprio qui, in via Conte Rosso, anche se poi quando ha sposato mio padre con cui ha avuto altri sei figli, è stata sempre dove gli spettacoli del circo ci hanno portato.
Io però a Campobasso ho dei cugini e ora che sono qui, quasi ogni mattina mi vengono a salutare portandomi la pizza di uno dei forni più rinomati della città».
Per lui proprio la prima serata in cui il circo acquatico debutterà nel capoluogo è importantissima.
«Ci saranno tutti i parenti e anche i miei fratelli che oggi verranno da fuori perché sono fermi per qualche giorno con il loro Circo Royal, così come mia figlia con quello Orfei e, spero proprio che non ci siano le proteste che qualche tempo fa ha dovuto subire mia figlia venendo qui. Già i controlli sono ferrei…».
E mentre Marcello pronuncia queste parole arriva la Polizia municipale accompagnata da un ingegnere del Comune, mentre solo qualche minuto dopo a parcheggiare dinanzi al circo è una vettura dell’Asrem, così come un’automobile dei Vigili del fuoco. Le verifiche hanno inizio e vanno per le lunghe, perché è necessario che i tecnici possano accertare il rispetto dei parametri di sicurezza, così come quelli igienici, anche se proprio Marcello non può trattenersi dal dire «pretendono di collaudare un circo mobile con un teatro, non sembra un paradosso?».
Però, poi, il direttore del circo aquatico un mezzo sospiro di sollievo lo tira, perché oltre ai controlli di routine sembra che almeno per il momento non dovrà fare i conti con gli animalisti che alla causa ci hanno rinunciato perché, come ha dichiarato Simone Cretella di Fare Verde «il circo acquatico è meno violento di quello tradizionale».
di Fabiana Abbazia – primonumero.it