I cittadini di Parma vogliono il circo con animali

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Sondaggio della Gazzetta di Parma: “niente animali al circo: è giusto?” No, non è giusto, per il 74% dei partecipanti al sondaggio, sì per il 26%.
Il risultato può risultare clamoroso, ma solo per chi non viaggia l’Italia e il mondo con un tendone e propone il più grande e antico spettacolo del mondo. Quel che sa bene la gente del circo è che la prima domanda che viene posta da chi va al circo prima di acquistare il biglietto, è la seguente: ci sono gli animali?
Quel che gli animalisti da salotto non hanno ancora capito (purtroppo) è che circo è sinonimo di clown, acrobati e animali. Se così stanno le cose, la domanda che viene subito dopo è la seguente: ma allora perché certe amministrazioni comunali approvano regolamenti o ordinanze che vietano i circhi con animali, violando prima di tutto la legge vigente in Italia che consente gli spettacoli con animali (sono decine e decine le sentenze dei Tribunali amministrativi regionali dal 1994 ad oggi) e in secondo luogo calpestando la volontà dei cittadini? Quando si dice che la politica, o “casta” che dir si voglia, è sempre più lontana dalla gente, si dice evidentemente una verità inoppugnabile.
A Parma l’amministrazione comunale ha introdotto un divieto, per cinque mesi l’anno, Natale compreso, ai circhi con specie esotiche. I parmensi però non ci stanno e non vogliono che il sindaco decida anche per loro, fra l’altro in una materia che può essere disciplinata solo dallo Stato.
Ma il divieto del Comune di Parma ha anche un’altra conseguenza, che contraddice platealmente le intenzioni “teoriche” della regolamentazione restrittiva: siccome il circo che non può fare esibire le specie esotiche, comunque quelle specie ce le ha, e non può certo portarle nel salotto del sindaco o farle scomparire con la bacchetta magica, gli animali è costretto a lasciarli lontani da Parma, distanti da chi quotidianamente li accudisce, costretti ad una pausa forzata e quindi senza quegli stimoli e attenzioni che invece normalmente ricevono. E’ così che, chi non sa cosa sia il circo e però pretende imporre la visione del mondo animalista (chissà poi perché solo ai circhi), intende purtroppo il benessere degli animali.
Come ha chiarito il Tar del Molise, certi provvedimenti comunali sono “del tutto sganciati persino da una logica di intento protettivo degli animali”. Una generica regolamentazione – ha spiegato – “del tutto sganciata da una attività istruttoria, motivata soltanto con ragioni di carattere astratto, peraltro riferibili alle posizioni dell’ideologia animalista, non solo non sortisce il risultato di proteggere gli animali del circo, ma – paradossalmente – potrebbe persino metterne in pericolo il benessere, se il blocco delle attività circensi producesse la conseguenza di impoverire le risorse necessarie al circo per l’assistenza degli animali”.

Circo.it