Rischiando di cadere nella retorica, cito De Andrè, quando canta che ‘dal letame nascono i fiori’.
Il 2013 si è aperto con il trionfo dei giovani Martini al Festival di Montecarlo New Generation e l’affermazione televisiva di Walter Malachikine, rivelazione di Italia’s Got Talent. Mentre alcuni colleghi più anziani, per la verità tanti, arricchiscono programmi prestigiosi in vari paesi di grossa tradizione circense.
Ma da noi il circo è agonizzante. Emblema del destino italico: bravissimi ad eccellere, di certo più degli altri, pessimi nel gestire le proprie risorse riuscendo a disperdere quanto di buono ci troviamo tra le mani; e che in mani altrui diventa un patrimonio immenso. E’ possibile invertire la tendenza? Non credo. Inutile nutrire speranze. Il declino del nostro circo è irreversibile perchè di occasioni se ne sono perse molte. E’ giusto che alla fine si paghi. E soprattutto è inevitabile. La giostra delle insegne, l’incapacità a innovare, la pigrizia nello scimmiottare copiando pure male, l’ottusa e pervicace chiusura al resto del mondo, spiegano perché di file davanti ai tendoni ce ne è sempre meno.
E’ mancato il salto di qualità che trasformasse una carovana di personaggi in un’impresa che crea profitto attraverso lo spettacolo. Il circo nell’immaginario comune resta motivo di fascino, ma non è il circo che mediamente ci troviamo nelle nostre città. Il pubblico non trova ciò che vorrebbe, perché gli stessi circensi non sanno cosa vuole il pubblico. A loro non interessa: in quanto ‘dritti’ non lavorano per gli spettatori, ma si rivolgono ai ‘gagi’. Solco incolmabile.
Certo, non mancano i casi positivi, ma sono pochissimi, una netta minoranza che viaggia per conto proprio e non può risollevare l’immagine complessiva.
Se proprio dovessi esprimere un desiderio per il nuovo anno, sarebbe quello di un’ elevazione del livello medio degli appassionati ‘amici’ del circo: che pretendano di più e conoscano di più.
Credo che il 2014 porterà una riduzione dei complessi attivi. Spiace pensarlo, ma sarebbe un bene. Per il Circo.
Perchè i fiori, una volta nati, non possono restare nel letame.
A cura di Marco Mannino