Animali che scappano dal circo: fatalità o incuria?

Avatar Davide Vedovelli

In pochi mesi ci troviamo a dovervi segnalare l’ennesimo episodio di un animale scappato dal circo “a causa della pioggia”. Questa volta il fatto è avvenuto a Rosolina dove un elefante è scappato dal “Circo Universal Busnelli Sempre più Bello” a causa – così riportano le fonti ufficiali – della forte pioggia.

Non voglio puntare il dito contro nessuno ma nell’ultimo periodo questi episodi sono sempre più frequenti e credo si debba trovare una soluzione prima che capiti il famoso “fattaccio” perché un grosso animale o un animale feroce spaventati potrebbero rivelarsi davvero pericolosi.

Credo che non possa e non debba bastare un forte temporale perché un elefante riesca ad eludere i sistemi di sicurezza e andarsene a zonzo per le strade. Com’è possibile che succeda una cosa di questo tipo?

Questi episodi contribuiscono ad acuire ancor più l’ira degli animalisti e favoriscono un sentimento popolare “contro gli animali nei circhi”.

Non ne faccio un discorso morale (ognuno ha la propria di morale) ma di sicurezza e rispetto delle norme. Se vogliamo a tutti i costi continuare a proporre numeri di animali esotici nei circhi questi episodi non devono più verificarsi perchè a farne le spese sono tutti i circhi con animali, anche quelli che prestano attenzione affinché non accadano questi incidenti.

Un altro tema da affrontare sarebbe il discorso artistico: ben venga la gabbia di Martin Lacey Junior, esempio di arte domatoria ai massimi livelli… ma potremmo tranquillamente rinunciare ai caroselli esotici, agli elefanti in equilibrio su due zampe, alle foche che tengono la palla in equilibrio sul muso. È davvero arte questa? È questo che vuol vedere il pubblico?

Credo sia giunto il momento di affrontare seriamente la questione, di smetterla con la retorica “ma piace ai bambini”. Per prima cosa il circo vero non è solo per bambini, punto secondo i bambini sanno apprezzare anche un acrobata, un giocoliere, un bravo clown, un trapezio… basta educarli “al bello”, insegnargli ad apprezzare l’esercizio tecnico di un uomo che riesce, con il proprio corpo, a fare numeri incredibili ed inimmaginabili.

La cosa che sempre mi stupisce è il negare l’evidenza e allora chiudo questa lettera con alcuni dati inattaccabili:

Roncalli, sold out ad ogni data, nessun animale in pista, famiglie con bambini al seguito che spendono dai 45 euro in su a biglietto.

Knie, solo cavalli, chapiteau da 2000 posti sempre pieno, biglietti dai 35 euro in su, famiglie e bambini che accorrono da ogni parte per vederlo.

Cirque du soleil, nessun animale, biglietti sold out mesi prima dello spettacolo (anche in Italia), famiglie con bambini, biglietti dai 35 ai 120 euro a testa.

Circo Gravity (Italia, ex circo di Mosca), nessun animale nell’ultima tournée e sembra sia andata davvero alla grande.

Chi ha intrapreso la strada giusta? Perché in Italia è quasi impossibile vedere un numero di Bascula, una troupe, un grande clown internazionale?

“Gli animali fanno parte della nostra tradizione” potrebbe giustamente sottolineare qualcuno e credo che le tradizioni vadano preservate. Però, ripeto, allora facciamolo in “modo artistico” curando ogni aspetto, come appunto fa Martin Lacey Junior o, in Italia, Bruno Togni.