BARLETTA – Iniziamo da un dettaglio. A ManuCircus, dopo che ha finito un suo spettacolo, gli si avvicina un bimbetto con le lacrime agli occhi e gli sussurra che non ha potuto vedere il «gioco del fuoco». Lui non si perde d’animo. Lo guarda negli occhi ipnotizzandolo con la sua bontà più calda delle fanove di Castellana Grotte e lo accontenta. In un battibaleno. È necessario partire da questo perimetro di umanità per conoscere Emanuele Lacerenza, artista di strada con il nome di ManuCircus, 30enne barlettano purosangue. È un giocoliere, uno sputafuoco – e non si pensi al mangiafuoco – ed dell’equilibrista. Insomma uno che non si fa dimenticare. Ma non è tutto. Cortese e gentile con tutti è un esempio virtuoso. Si è inventato un lavoro incardinandolo sulla passione. Anzi, la sua passione. Ascoltarlo è un piacere. Comprendi che se sogni un obiettivo lo raggiungi.
«La voglia e la passione di fare spettacoli circensi in giro per l’Italia è nata in me quando avevo 16 anni vedendo alcuni amici che giocolavano con 3 palline. Da quel momento la mia vita è cambiata – ha raccontato ManuCircus -. Ho iniziato ad allenarmi per divertimento con le 3 palline per poi arrivare a quattro e poi anche cinque ». Il sudore fa rima con risultati: «Pian piano che notavo che non avevo molte difficoltà sia di tecnica che di voglia di allenamento ho iniziato ad acquistare altri attrezzi. Clave, monociclo torce infuocate e ho imparato a sputare il fuoco. Insomma iniziavo a capire che avrei potuto accarezzare il mio sogno».
ManuCircus, roteando il caleidoscopio dei ricordi, ritorna al suo primo spettacolo: «Avvenne a Barletta nel lontano 1999 e durò pochi minuti. Feci girare quattro palline e, se non ricordo male, guadagnai 50mila lire. Da allora cambiò tutto. All’epoca lavoravo di giorno come idraulico in una azienda locale e poi la sera ero in qualche piazza ad esibirmi. Compresi che potevo cambiare lavoro » .
Il giocoliere inizia a prendere gusto e capisce subito che è necessario studiare e formarsi: «Serviva una formazione specifica. Negli anni successivi ho partecipato a raduni nazionali di giocoleria dovendo “emig rare”in Nord Italia. Con gli sforzi le soddisfazioni iniziarono ad arrivare. Gli spettacoli diventavano più completi, la richiesta e il budget aumentavano e grazie a questo scelsi di lasciare il lavoro sicuro diurno di idraulico per dedicare tutto il mio tempo all’arte circense. Ammetto con soddisfazione che mi apprezzavano e ho anche superato i provini di trasmissioni televisive come “I raccomandati” su Rai Uno con Carlo Conti) e “Cultura Moderna” su Canale 5 con Teo Mammuccari ».
Ma oggi come sono i tuoi show? «Oggi i miei spettacoli sono impostati per ogni tipo di manifestazioni: compleanni, matrimoni, comunioni, discoteche e feste di piazza. Tutti impazziscono quando mi esibisco con il mio serpente, una elaphe albina di nome Amira. Avendo molta attrezzatura c’è bisogno di una mano e da qualche tempo sono affiancato da Giuseppe Lacerenza, in arte “Svarion”, dj dai mille volti, adatto per ogni situazione. Da quando aveva 14 anni vive in simbiosi con la musica. Conoscendoci e per ironia della sorte avendo anche lo stesso cognome, ma non essendo parenti, è nato il nostro progetto il “Circus family”. Giriamo piazze mescolando un mix di musica con le arti circensi».
ManuCircus, grazie al suo lavoro ha girato in lungo e in largo l’Italia. Ha lavorato in tutte le regioni. Gli manca solo la Valle d’Aosta. E non vede l’ora di poter fare apprezzare le sue qualità. «Le gioie più grandi derivano dalla reazione del pubblico: vedere un genitore ridere e applaudire e un bimbo che vuole battere il “cinque”. Oppure quando si lavora a “cappello” per le piazze e vedere che alla fine dello spettacolo nel cilindro il suono degli spiccioli è elevato e quindi oltre alla soddisfazione degli applausi c’è anche quella del lato economico, anche se non è sempre così, perchè ci sono piazze dove a malincuore a fine dello show a cui hanno assistito, la gente si volta e va via senza capire che quell’artista in piazza, anche con una semplice monetina ricevuta, si gratifica e ha la forza di andare sempre avanti anche in un periodo che non è dei migliori sotto l’aspetto economico», ha concluso il barlettano. Prima di congedare il cronista aggiunge: «Sono diventato istruttore di arti circensi nell’ambito pedagogico e ho tenuto dei corsi di circo per bambini. Così li allontano dalle tecnologia e li avvicino alla vita. Se un bimbo ride il mio cuore è felice».
Un grande.
Testi di Giuseppe Dimiccoli