Intervista a Tamara Bizzarro, Circo Madagascar

Avatar Davide Vedovelli

Incontro Tamara Bizzarro in occasione del mercatino del circo allestito durante il Salieri Circus Award a Legnago. Scambiamo qualche pensiero e subito mi colpisce la sua sincerità e la sua schiettezza (non fa mistero delle sue perplessità su alcuni articoli pubblicati dalla nostra testata) ma mi colpisce ancora di più la sua correttezza, cortesia e il voler capire il perché di alcune scelte. Ci accomuna il circo: per me una passionaccia che mi porta in giro per mezza Europa, per lei è tutta una vita, fatta di soddisfazioni, ma anche di tanto lavoro e sacrifici. Le chiedo la disponibilità per un’intervista e subito acconsente. Ne esce questa bella chiacchierata dove, anche partendo da posizioni a volte distanti, traspare grande stima e rispetto reciproco. Chapeau.

Tra poco sarete a Brescia con il vostro circo. Ci puoi anticipare qualcosa sullo spettacolo?

Lo spettacolo di quest’anno è improntato come sempre sul circo tradizionale con animali, che sono il nostro punto di forza, non a caso si chiama Circo Madagascar. Tradizione ed innovazione perché sarà uno spettacolo moderno, dinamico e veloce con nuove coreografie; moltissimi artisti giovani con numeri che raramente si trovano in altri spettacoli circensi. Su tutti spiccano un giovanissimo ragazzo di 11 anni con un numero di palo in movimento, gli equilibrismi di Nicole e Kimberly Martini e uno tra i migliori numeri di trapezio in circolazione: i Flying Sergio.

Sono stati anni difficili ma ora si riparte. Come sta reagendo il pubblico?

Dopo la prima pandemia era ripartito bene e dopo la seconda ancora meglio, perchè la gente aveva voglia di divertirsi e partecipare ad eventi. Il circo è andato benissimo in estate, un lieve calo in inverno ma ultimamente il pubblico ha ripreso ad essere numerosissimo. Il pubblico reagisce bene sia al circo tradizionale con gli animali che a quello contemporaneo e innovativo che sta seguendo una linea senza animali.

Mi racconti quando è stata la tua prima volta in pista e che numero hai fatto? Cosa ti ricordi di quel momento?

La mia prima volta in pista… avevo 4 o forse 5 anni e nel nostro circo era presente un numero di partita di calcio con i cani ed io facevo l’arbitro; ma il mio primo vero numero è stato con un gruppo di pony quando avevo 8 anni. I cavalli sono sempre stati la mia grande passione. Lavorare con i cavalli è sempre stato il mio sogno, quindi ero contentissima ed emozionatissima. Quando si entra in pista c’è sempre un pizzico di emozione, questo fa parte del nostro lavoro.

Quali sono stati i tuoi maestri e quali i tuoi modelli?

Ho avuto la grande fortuna di avere come maestro, quando era ancora con il circo della mia famiglia (quando la Famiglia Bizzarro era proprietaria del circo Città di Roma) Gruss con un numero di tigri e Billy Smart che è stato con me sei anni; loro sono stati i miei insegnanti per quanto riguarda il lavoro in libertà che è una tra le mie discipline preferite.

Come sta oggi il circo in Italia anche rispetto al resto d’Europa? Quali sono i problemi più difficili da superare?

Per noi uno dei problemi maggiori è la legge che è stata approvata in merito alla dismissione degli animali nei circhi. Mancano ancora i decreti attuativi ma una volta completato l’iter diventa molto complicato per noi trovare piazze disposte ad accettarci. Se non possiamo più fare ricorso al TAR quando un comune ci vieta di esibirci con animali allora per noi sarà davvero tutto molto complicato. C’è chi si è reso conto e sta producendo spettacoli senza animali ma, per me, il vero circo resta quello tradizionale con animali.

Un sogno nel cassetto che non sei ancora riuscita a realizzare?

Diciamo che tutti gli obiettivi che mi sono prefissa per ora sono sempre riuscita a raggiungerli, un sogno però c’è: riuscire a creare un contesto in cui si possa tramandare la tradizione circense, non una scuola, di quelle ce ne sono già parecchie, ma un luogo dove si possa tramandare oltre alla tecnica anche la passione e il nostro modo di vivere e lavorare.

Il momento che ti ha reso più felice nella tua vita di circense?

Come artista vedere mia figlia lavorare in Sala Nervi con il suo numero di verticali e il premio che ha vinto al Festival di Latina (bronzo); come mamma invece sicuramente la nascita dei miei figli.

Come tradizione se vuoi puoi fare tu a noi una domanda alla quale risponderemo volentieri…

Questa è una gran bella domanda (sorride – ndr) perché a volte fate dei servizi contraddittori, che sembrano contro il circo. Avete delle ideologie che seguite e che volete esporre in maniera differente dai soliti siti che seguono il circo. Vorrei sapere da voi cosa pensate del mondo circense di oggi, come avete visto il cambiamento in questi anni e come pensate possa essere il futuro e se avete dei suggerimenti da dare a chi fa questo mestiere che si sta evolvendo molto velocemente verso altre strade differenti dal tradizionale.

Grazie a te, proverò rispondere a questa bella e difficile domanda. Hai ragione e ti ringrazio per la tua sincerità, noi pubblichiamo a volte articoli che sollevano questioni non sempre gradite al mondo del circo ed è vero, siamo molto differenti da altri siti o testate di settore. Il mondo del circo oggi è in continua trasformazione così come tutte le grandi arti, è vivo, frenetico e sperimenta sempre nuove strade. Lo vedo però molto frammentato, le varie correnti fanno fatica a parlarsi ed interagire, mentre credo che se ci fosse una contaminazione reciproca ne uscirebbero tutti arricchiti. Credo il Circo debba lasciarsi permeare dalla contemporaneità e saper cogliere lo spirito del tempo pur tenendo fede alle proprie radici. Noi di CircusNews cerchiamo di essere da stimolo riguardo ad alcune tematiche che reputiamo importanti e di vitale importanza, a volte rompiamo anche le scatole è vero, ma sempre con l’obiettivo di poter far crescere un mondo che amiamo follemente. W il Circo, sempre.

Dott. Davide Vedovelli