Il Circo di Vienna a Parma senza animali: una scelta obbligata

Avatar Filippo Allegri

Venerdì 29 ottobre ha debuttato a Parma il Circo di Vienna e resterà attendato nell’area dell’ex mercato bestiame per tre settimane fino al 20 novembre, proponendo due spettacoli al giorno.

Lo spettacolo che viene presentato a Parma è senza animali, nel rispetto di una ordinanza del sindaco (più o meno discutibile, ma comunque vincolante) che vieta l’impiego di animali esotici su tutto il territorio del comune. Normalmente lo show può contare su una parata esotica di tutto rispetto e soprattutto sulla presenza di un addestratore di fama internazionale come Giordano Caveagna, che entra a mani nude nella gabbia a giocare con le sue splendide tigri, abbracciandole e baciandole per tutto il tempo, dando una dimostrazione reale di cosa significhi l’addestramento in dolcezza.

Lo spettacolo del Circo di Vienna, che si svolge nell’inconfondibile chapiteau rosso con righe bianche a cupola tonda, carri cassa e bar rigorosamente con scritte teutoniche,  può contare sulle volonterose nuove generazioni dei Vassallo e dei Caveagna, due famiglie storiche del circo italiano.

Il charivari iniziale è un assaggio di giocoleria e acrobatica; un peccato che il lampadario, attrezzo aereo molto scenografico e poco diffuso, sia utilizzato solo per un tourbillon e non per una attrazione completa.

Jason Caveagna, non ha bisogno di parrucche: madre natura gli ha fornito una criniera leonina scura, vaporosa e apparentemente indomabile. E’ il personaggio cardine dello spettacolo: non è solo il collante comico tra le diverse attrazioni, ma più volte si cimenta nell’acrobatica. E’ ovunque, è il mattatore della serata che diventa di fatto un “One Man Show”: se per un verso è il personaggio immagine del circo e può dimostrare la sua preparazione poliedrica, dall’altra il rischio di caricare così tanta parte dello spettacolo su un unico artista è da non sottovalutare (una sua defaillance potrebbe pregiudicare l’intero spettacolo). Insieme a Flavio Vassallo apre lo show con un frizzante duo di cascatori acrobatici al tavolo comico.

Maverick Rossi, colonna sonora heavy metal, un look da metallaro e una sicurezza disarmante, in sella alla sua bmx porta in pista un’insolita acrobatica fatta di equilibri, stop e verticali impossibili. Dalle due ruote, passa poi all’equilibrio sul monociclo, salendo con grande abilità, a salti, uno a uno i sei gradini di una scala fino ad una piattaforma dove si permette il lusso del salto della corda. L’attrazione è brillante, ha ritmo e funziona: il pubblico apprezza molto.

Musiche di respiro epico per Alex Caveagna in un assolo alle cinghie aeree molto ben confezionato e coreografato, dall’inizio alla fine. Elegante, curato nei minimi dettagli, linee precise, evoluzioni a strappata, plance perfette. E’ probabilmente uno dei pochi a presentare una spaccata in oscillazione a grande altezza fissato solo alle caviglie. Sebbene molto giovane, la stoffa del grande artista c’è tutta. Quello che si definisce un numero “finito”.

Il bal di corda, il funambolismo comico sulla corda elastica (specialità che nel passato è stata portata a livelli di eccellenza da Claudio Zavatta) non si vedeva da anni nelle piste dei circhi, si pensava che fosse scomparso. Il circo di Vienna ha riportato in auge questa attrazione, che è un mix di equilibrismo e salti, grazie al talentuoso Jason Caveagna, capace di ritornare in piedi sulla corda elastica dopo un salto mortale indietro e addirittura dopo un salto mortale in avanti. Con i tempi che corrono, la riscoperta di attrazioni come questa è come una boccata di ossigeno e il giovane Caveagna ha tutte le carte in regola per arricchire ulteriormente il numero con nuove prodezze.

Una nuvola fumogena crea l’atmosfera per il raffinato numero ai tessuti aerei dell’inglese Jane, lunga chioma bionda, una femminilità spericolata. Ritornerà in pista anche nella seconda parte dello spettacolo per salire nuovamente verso la cupola dello chapiteau con una performance al cerchio aereo in cui fonde tecnica acrobatica e sensualità, calzando un insolito tacco dodici durante tutta l’esibizione aerea.

Viene poi montato in mezzo alla pista un enorme attrezzo molto particolare con un grande perno centrale e una moto collegata ad una estremità, che lo fa girare su sé stesso ad alta velocità. Sul lato opposto tre spericolati acrobati, compiono evoluzioni ad alto contenuto adrenalinico, che culminano con Alex Caveagna in tourbillon appeso solo con le caviglie. Nel gran finale, anche la moto (e con lei il suo pilota) si stacca da terra, dando l’impressione di una enorme bilancia rotante. Una riflessione: viste le sue indubbie qualità e le enormi potenzialità, Alex Caveagna potrebbe essere un ottimo agile in una troupe di volanti e dato che al circo di Vienna i volanti mancano, perché non farci un pensiero?

Le riprese comiche non si discostano molto dalla tradizione, basandosi ancora per gran parte su sketch e dialoghi con la spalla, ormai un po’ datati e in alcuni punti un po’ lunghi, mentre la tendenza attuale lascia quasi totalmente spazio alla mimica e alla gestualità, con tempi comici più serrati. Jason Caveagna ha dalla sua parte una fisicità molto adatta al ruolo, oltre ad indubbie capacità attoriali che convogliate nella giusta direzione aprirebbero la strada ad un importante salto di qualità.

A riscaldare l’ambiente, nel vero senso della parola, arrivano Alex Caveagna e la sua partner, manipolatori e mangiatori di fuoco, una specialità che è generalmente quasi sempre appannaggio maschile e che qui viene resa particolarmente insolita perché uomo e donna eseguono contemporaneamente gli stessi pericolosi tricks, compreso il lanciafiamme umano. Par condicio rispettata in toto e quote rosa al 50%!

Una versione molto particolare di “New York, New York” introduce ed accompagna un dinamico numero di ballerina con gli hula hoop, con un finale da oltre venti cerchi che ruotano contemporaneamente.

Il “multitasking” Jason Caveagna, ritorna in pista con l’equilibrismo alle scale libere, specialità con la quale proprio la famiglia Vassallo, nel passato, era diventata celebre in tutta Europa. Che sia una disciplina non semplice lo testimonia il fatto che in Italia gli artisti che attualmente vi si cimentano si contano sulle dita di una mano e Jason è uno dei pochi. Spillo finale: salto mortale indietro e ritorno a terra, con partenza dalla scala a quasi tre metri.

Le penalizzanti disposizioni comunali non riguardano, fortunatamente, i cavalli: possiamo goderci il buon numero di jockey e giocoleria a cavallo dei fratelli Vassallo. Flavio, il più grande dei due (pur essendo molto giovane è anche il direttore artistico del circo, oltre che acrobata e addestratore di animali esotici) è un ottimo giocoliere a cavallo con clave, cerchi e torce infuocate. Ma dietro questo numero c’è un significato molto più profondo. Claudio Vassallo, il più giovane dei due, ventenne, è ritornato in pista da poco più di un mese, dopo uno stop forzato di oltre un anno e mezzo. Agli inizi del 2021, a poche settimane da un delicato intervento chirurgico al cuore, mentre si trova nei pressi di Siena con il fratello, subisce un arresto cardiaco. Gli salva la vita il provvidenziale intervento di due agenti di polizia, che gli praticano il massaggio cardiaco in attesa dell’arrivo del 118, a cui segue il ricovero e una lunga riabilitazione. Ma adesso il giovane guerriero è ancora in sella e il circo italiano ha ritrovato un ottimo cavallerizzo. Non è solo un numero circense, è un ritorno alla vita, una rinascita.

L’emozionante quadro finale dei due Vassallo in piedi sul cavallo al trotto chiude uno spettacolo che, pur in assenza di animali esotici, è di buon livello, presentato da una compagine di giovani artisti che profondono impegno e passione innegabili, tra i quali spiccano i fratelli Caveagna e i fratelli Vassallo: praticamente quattro moschettieri. Completano il quadro l’accuratezza dei costumi e una buona scelta delle musiche, accompagnate per tutto lo show da un batterista collocato sulla barriera artisti e che sottolinea i momenti salienti della serata. Una nota di demerito al pubblico di Parma, sempre troppo poco numeroso, che meriterebbe di essere tagliato fuori dalle tournée dei circhi italiani.

Le continue proteste degli animalisti, spesso oltre il limite della civiltà (se non addirittura violente), i regolamenti comunali e le leggi nazionali sempre più restrittive, continuano a mettere a dura prova i circensi. Immaginiamo sia tutt’altro che facile pianificare una tournée con spostamenti a cadenza quasi settimanale, facendo lo slalom tra i comuni che consentono e quelli che vietano. D’altro canto, alla luce delle recenti leggi, i circensi dovranno adeguarsi e procedere alla dismissione, più o meno graduale, degli animali a favore di esibizioni di sole abilità umane; questo stravolgimento sarà sicuramente un impulso per concentrarsi sul miglioramento dei numeri, sulla presentazione artistica dello show e sull’ampliamento dell’offerta, magari andando ad attingere a quelle specialità acrobatiche che oggi sono sparite dai programmi. Diversi circhi si sono già convertiti in questo senso, spesso con grande successo di pubblico e critica. Piaccia o no, la strada tracciata è ormai questa; l’alternativa è la chiusura, a meno di un cambiamento radicale di rotta del nuovo governo (che potremo verificare solo nei prossimi mesi).

In ogni caso, staremo a vedere se gli animalisti, tronfi per la vittoria in guerra, saranno tanto coerenti da gremire gli chapiteaux senza animali; se così non sarà, avranno solo squallidamente contribuito a distruggere una forma di spettacolo, senza esserne realmente interessati.