Domani esce in libreria un volume dedicato a Federico Fellini, che riporta alla luce aspetti inediti della vita del regista ed anche del suo amore per il circo, attraverso una lunga intervista realizzata da José-Luis de Vilallonga. Il titolo del libro è “Fellini: ho sognato Anita Ekberg, José-Luis de Vilallonga parla con Federico Fellini” (Medusa, 15 euro).
Il quotidiano La Stampa il giorno di Pasqua ha celebrato magnificamente questo evento editoriale pubblicando una intera pagina (“Fellini: la vita è come il circo”), anticipando due brani contenuti nel libro (dai quali è tratto quello che riportiamo qui sotto) insieme ad alcuni disegni che sono contenuti nel “Libro dei sogni” di Fellini e che si trovano attualmente esposti alla Biennale del Disegno in corso di svolgimento a Rimini.
“Quando il circo lasciò Rimini, piansi ore intere per la disperazione. Ancora oggi, a quarantatré anni, il circo mi sconvolge e mi terrorizza come quand’ero bambino. Non posso non vederci lo sforzo disperato che l’uomo fa per organizzare la propria vita. Perché il circo è prima di tutto, lo spettacolo stesso della vita. Tutti gli elementi vi si ritrovano, gettati là, alla rinfusa, così violenti, così tragici, così teneri. Tutti, senza eccezione. La vita collettiva, per esempio. La più difficile che ci sia. Fatta di lavoro di squadra, di successi personali, di fallimenti, di gelosie, di bellezza e di miseria, d’amore, di vergogna, di odio. E il tetto provvisorio. Temporaneo come noi sappiamo essere – da qui la nostra perenne angoscia – la maggior parte delle case vere. Ci si ritrova, ancora, la grazia. Perché ci sono dei bambini. E il ritmo. Perché ci sono degli animali. E la paura. Perché c’è l’uomo. Non scordiamoci anche la morte, sempre presente – come in tutti i riti e in tutte le religioni -, in attesa paziente delle sue vittime innocenti o colpevoli.
Sì, il circo, Luigino, è uno spettacolo sempre al bordo della follia. E’ per questo che mi appassiona. E questa follia, noi vogliamo, come nella vita, crederla organizzata. In effetti lo è. Ma organizzata da dei pazzi. Pensa ai clown. Hai capito fino a che punto ci mettono in scena impunemente la tragedia dell’allegria? E noi ne ridiamo, invece di piangere?…”
Federico Fellini