A Torino nasce il circo 2.0

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TORINO – Se è vero che il circo come passatempo è da anni ormai in crisi e non sembra avere un grande futuro, a Torino la situazione è diversa: sono infatti ben due le scuole che tra città e cintura cercano di veicolarne la tradizione ma reinterpretando il circo secondo dettami più moderni (niente animali, per prima cosa) portando una delle realtà più antiche del mondo nel futuro.

Da un’esperienza comune di inizio anni 2000 sono nate nel tempo un paio di scuole di livello e caratura internazionale, Flic Scuola di Circo – con sede in centro a Torino negli spazi della Reale Società Ginnastica – e Cirko Vertigo, che ha trovato casa nel verde del Parco Le Serre di Grugliasco, nella prima cintura torinese.

“Il circo che insegnamo noi – spiega Francesco Sgrò, direttore artistico di Flic – è circo contemporaneo, molto diverso e lontano dall’esperienza classica che è nell’immaginario collettivo, con un numero in seguito all’altro, animali e tutto il repertorio. Oggi si tratta di veri spettacoli, in cui il racconto è al centro di tutto e in cui il gesto artistico deve essere percepito per quello che comporta, anche per quanto riguarda la fatica”.

In entrambi, gli studenti sono provenienti da tutto il mondo. “Abbiamo ragazzi dai quattro angoli del globo”, rivela Paolo Stratta, fondatore di Cirko Vertigo. “Dall’Europa e dall’Asia, come anche dal Sudamerica, ma senza trascurare i ragazzi italiani e torinesi: il circo contemporaneo è amato in tutto il mondo, forse anche più all’estero che in Italia”.

Corsi per adulti e bambini, specializzazioni e creazione di show da portare in tournée in tutto il mondo, festival circensi e quant’altro: il panorama offerto da Flic e Vertigo a Torino e in provincia è ampio e variegato, e gli appassionati non mancano di certo.

“Quest’estate – prosegue Stratta – organizziamo ben due festival qui in zona, come Sul Filo del Circo. Sono eventi molto seguiti, in cui diamo un panorama molto completo di ciò che il circo può essere al giorno d’oggi, uno spettacolo artistico in cui sono richieste molte arti, dal teatro alla danza, che sa coinvolgere ed emozionare”.

Torino ama il circo e il circo ama Torino: in un momento storico in cui sembra che quest’arte (almeno nella sua versione classica) venga quasi dimenticata, il capoluogo piemontese rappresenta sempre più un’eccezione da cui il circo “2.0” potrà continuare a cercare nuovi spettatori e nuovi artisti.

Carlo Griseri