Erano in diecimila, venuti da mezzo mondo.
Uno spettacolo incredibile quello offerto dai circensi che hanno partecipato all’udienza del Papa a conclusione del pellegrinaggio dello spettacolo viaggiante.Clown, acrobati, giocolieri, trampolieri, saltatori ma anche i giovani allievi dell’Accademia del circo di Verona e i campioni del trapezio, i giovanissimi Angela e Maicol Martini, detentori del guinnes dei primati per aver effettuato il triplo salto mortale al trapezio a soli dieci anni, che si sono esibiti per Sua Santità. Un Papa assai curioso e divertito che ha apprezzato quei giovani che rappresentano il futuro del circo. E poi ha voluto accarezzare due cuccioli di leone bianco che i circensi hanno portato in suo onore nella sala Nervi. «Il circo può insegnare molto alla Chiesa e alla società». Benedetto XVI ne è convinto e ha voluto riconoscere pubblicamente questa verità piuttosto scomoda per chi guarda con sufficienza agli umili lavoratori di questo settore abituati a «rinuncia e sacrificio, responsabilità e perseveranza, coraggio e generosità: virtù che la società odierna non sempre apprezza».
«Siete chiamati – ha detto infatti ai partecipanti al pellegrinaggio – a testimoniare quei valori che fanno parte della vostra tradizione: l’amore per la famiglia, la premura per i piccoli, l’attenzione ai disabili, la cura dei malati, la valorizzazione degli anziani e del loro patrimonio di esperienze. Nel vostro ambiente – ha continuato il Papa rivolto ai circensi che poco prima si erano esibiti per lui nell’Aula Nervi e successivamente in piazza San Pietro sotto a un tendone montato per l’inedita occasione accanto a una giostra e a un teatrino di marionette – si conserva vivo il dialogo tra le generazioni, il senso dell’amicizia, il gusto del lavoro di squadra. Accoglienza e ospitalità vi sono proprie, così come l’attenzione a dare risposta ai desideri più autentici, soprattutto delle giovani generazioni». Ai circensi Benedetto XVI ha ricordato però che «la dignità di ogni uomo si esprime anche nell’esercizio onesto delle professionalità acquisite e nel praticare quella gratuita che permette di non lasciarsi determinare da tornaconti economici».
E ha raccomandato quindi ai responsabili dei circhi di porre «attenzione alla qualità delle realizzazioni e degli spettacoli, non mancando di vigilare affinché, con i valori del Vangelo, possiate continuare ad offrire alle giovani generazioni la speranza e l’incoraggiamento di cui necessitano, soprattutto rispetto alle difficoltà della vita, alle tentazioni della sfiducia, della chiusura in se stessi e del pessimismo, che impediscono di cogliere la bellezza dell’esistenza». Papa Ratzinger è apparso molto felice quando gli hanno portato due cuccioli di leone e ha però ricordato anche nel suo discorso «i numerosi problemi legati alla condizione itinerante, quali l’istruzione dei figli, la ricerca di luoghi adatti per gli spettacoli, le autorizzazioni per le rappresentazioni e i permessi di soggiorno per gli stranieri».
E tuttavia dopo aver auspicato che «le amministrazioni pubbliche, riconoscendo la funzione sociale e culturale dello spettacolo viaggiante, si impegnino per la tutela della categoria», e incoraggiato sia i circensi sia la società civile «a superare ogni pregiudizio e ricercare sempre un buon inserimento nelle realtà locali», ha vinto oggi nel cuore del Papa quel sentimento di gioia che sempre il circo comunica. «L’allegria degli spettacoli, la gioia ricreativa del gioco, la grazia delle coreografie, il ritmo della musica costituiscono – ha sottolineato infatti l’ottantacinquenne Pontefice tedesco, allontanandosi ancora una volta dal cliché che lo vorrebbe solo un freddo custode dell’ortodossia – proprio una via immediata di comunicazione per mettersi in dialogo con piccoli e grandi, suscitando sentimenti di serenità, di gioia, di concordia. Con la varietà delle vostre professioni e l’originalità delle esibizioni, voi sapete stupire e suscitare meraviglia, offrire occasioni di festa e di sano divertimento».
«Cari fratelli e sorelle – ha concluso – la Chiesa si rallegra per l’impegno che dimostrate e apprezza la fedeltà alle tradizioni, di cui a ragione andate fieri. Essa stessa che è pellegrina, come voi, in questo mondo, vi invita a partecipare alla sua missione divina attraverso il vostro lavoro quotidiano». Tutti soddifatti al termine di due giorni di grande festa che hanno contribuito a creare una bella atmosfera natalizia non solo in piazza San Pietro ma in tutta la città. «Non è stato facile organizzare questo evento – ha dichiarato soddisfatto il presidente dell’Ente Nazionale Circhi Antonio Buccioni – ma grazie alla perfetta regia del Consiglio Pontificio della Pastorale per i Migranti, in collaborazione con la Fondazione Migrantes , siamo riusciti a vivere un momento che entrerà nella storia dello spettacolo popolare». «Benedetto XVI ha testimoniato oggi l’affetto della Chiesa per il mondo del circo messo a dura prova dalla crisi economica che – sottolinea il cardinale Antonio Maria Vegliò capo del dicastero per le migrazioni cui compete l’assitenza religiosa anche a circensi, fieranti e artisti di strada – fa sentire il suo peso e ha portato un calo dei visitatori, degli spettatori, un aumento dei costi delle attrezzature, di gestione e di affitto delle aree di sosta».