E’ terminato da poco il Festival Mondial du Cirque de Demain di Parigi, vetrina mondiale e massima aspirazione di tutti grandi artisti circensi. La manifestazione ha ormai per freschezza, attenzione al pubblico e selezione dei numeri rubato i riflettori a Monte-Carlo che è stato sicuramente negli anni passati un punto di riferimento ma oggi persegue politiche poco lungimiranti. Un esempio l’utilizzo degli animali a qualunque costo (anche quando hai una gabbia che già annoiava vent’anni fa come quella proposta nell’ultima edizione), o show che durano cinque ore perché è preponderante la logica televisiva (che poi mi piace ricordare che anche mamma RAI taglia nel montaggio i numeri con animali perché infastidirebbero la maggior parte del pubblico).
Se però alcuni festival sono giunti al capolinea e rischiano di trasformarsi in un ritrovo di attempati nostalgici dei bei tempi che furono altre realtà guardano al presente e al futuro.
E’ così in Europa come in Italia dove ci sono grandi ed importanti appuntamenti, festival e rassegne a tener alto il livello del circo che sembra aver cambiato casa.
Ne è un esempio il CircoTeatro Gerolamo di Milano capitanato dall’amico Roberto Bianchin e di cui noi siamo media partner ufficiale (qui si tratta di uno spettacolo costruito appositamente per l’occasione ed il luogo che lo ospita sotto la sapiente guida registica di Paride Orfei), o quel piccolo e grande gioiellino del Salieri Circus Award del visionario Antonio Giarola che unisce circo e musica classica, Tutti Matti per Colorno di Teatro Necessario che coniuga intelligentemente grande circo e arte di strada super selezionata creando una festa collettiva che invade la meravigliosa cittadina di Colorno appunto. Troviamo poi il grande gigante (gentile) di Mirabilia di importanza europea in cui Fabrizio Gavosto unisce sapientemente circo, danza, musica e teatro.
Sempre in quella zona “Sul filo del circo”, festival che ha un occhio di riguardo alla sperimentazione e all’innovazione in cui Paola Stratta non ha certo paura di rischiare e osare dandogli un sapore quasi rock-punk; se ci spostiamo più a sud troviamo il Gran Galà di De Ritis con Funambolika che richiama da mezza Europa i migliori artisti di circo classico. In Lombardia CLAPS con La Strada Festival e Tendenza Clown a Milano offre uno sguardo sulla scena internazionale, o ancora Lonato in Festival di Aurelio Rota con artisti di strada e alcune produzioni di “Forum nuovi circhi” presenta quella che potremmo parafrasare come la scena “indie” (o alternativa) del circo italiano, scena che ritroviamo in versione XL con Bologna città di circo. Non possiamo non citare il Festival di Latina che richiama artisti da tutto il mondo.
Questi sono solo alcuni della ricchissima scena italiana che per fortuna sopperisce alla carenza qualitativa del circo classico sotto chapiteau (i grandi fasti del Moira Orfei, del Medrano o dell’American Circus sono ormai solo un lontano e patinato ricordo). Tantissimi altri festival popolano il nostro bel paese offrendo una vetrina variopinta sul mondo del circo che è in continuo mutamento e fermento. Non ci resta che affidarci a loro e sperare in una ripresa anche del circo classico sotto chapiteau (qualcuno ci sta provando e riuscendo a percorrere strade più contemporanee come Gravity o Circus Atmosphere solo per citarne due) e i risultati sono davvero buoni.
Non è vero quindi che in Italia non c’è più il grande circo, sono solo cambiati i luoghi e le modalità di fruizione ma abbiamo un’offerta che fa invidia a tantissimi altri paesi… basta cercare i contesti giusti.