Trio Wise Fools: una forza acrobatica tutta al femminile

Avatar Simone Cimino

In occasione della IV edizione del Salieri Circus Award abbiamo conferito il premio speciale “CircusNews.it” al Trio Wise Fools, un trio tutto al femminile, composto da Maria, Valpuri e Jaimee. Insieme, con la loro armoniosa combinazione di grazia, forza e leggerezza, su tre trapezi che si fondono in un’unica grande altalena, sono riuscite a creare un intreccio di movimenti che eleva l’acrobazia a un’esperienza di pura poesia visiva. In questa intervista le abbiamo conosciute meglio…

Come vi siete incontrate?

Maria e Valpuri si sono incontrate da giovani in un circo giovanile a Tampere, in Finlandia, quando avevano circa 12 anni. Nel 2014, dopo essersi diplomate alla scuola di circo ESAC di Bruxelles con un numero di trapezio a tre, hanno formato un gruppo con un’altra ragazza finlandese. Quando quest’ultima ha deciso di lasciare il circo per condurre una vita più stabile, hanno incontrato Jaimee, che stava per diplomarsi all’ESAC e cercava un’opportunità di lavoro. Jaimee aveva già esperienza con il trapezio a tre nel suo Paese d’origine, il Sudafrica, e ha portato con sé anche la sua specialità, il cloud swing, arricchendo così il gruppo.

Perché il nome “Wise Fools”?

“Wise Fools”, in italiano “Saggi Sciocchi”, rappresenta perfettamente la nostra idea di circo. È un’attività che può sembrare un po’ ridicola, ma richiede grande precisione e dedizione per avere successo.

Ci sono figure del mondo del circo che vi ispirano particolarmente?

Valpuri ammira molto lo stile del Cirque Rasposo in Francia. Hanno un modo unico di combinare circo e teatro in una maniera metaforica e significativa. Naturalmente, anche gli spettacoli di artisti come James Thierree o del Cirque du Soleil sono stati per noi una fonte d’ispirazione.

Cosa cercate di comunicare al pubblico quando siete in aria? C’è un messaggio o un’emozione specifica che desiderate trasmettere?

I nostri messaggi ruotano attorno alla figura della donna nel circo. Vogliamo mostrare che le donne possono essere potenti, acrobatiche e abili. Nel nostro lavoro preferiamo esaltare la tecnica piuttosto che concentrarci esclusivamente sulla “bellezza”. Ci piace anche sfidare gli stereotipi di genere, assumendo ruoli tradizionalmente riservati agli uomini, come quello del porteur o del catcher. Vogliamo rappresentare la collaborazione femminile come squadra, mantenendo sempre la nostra identità e personalità. Non ci sentiamo sempre a nostro agio a incarnare l’immagine della classica “principessa del circo”, quindi cerchiamo di mantenere la nostra integrità pur rispettando il format dello spettacolo.

La fiducia reciproca è fondamentale nel vostro lavoro. Vi è mai capitato di affrontare situazioni in cui questa fiducia è stata messa alla prova? Come avete superato queste difficoltà?

Abbiamo sicuramente avuto momenti di disaccordo. Tuttavia, alla fine della giornata ci conosciamo abbastanza bene da sapere che ognuna vuole il meglio per le altre. Alla base di tutto c’è il rispetto e la volontà di ritrovare quel pensiero, anche quando ci sono incomprensioni temporanee.

C’è stato un momento nella vostra carriera in cui avete pensato di smettere? Cosa vi ha spinto ad andare avanti?

Non abbiamo mai pensato seriamente di abbandonare. Amiamo davvero molto quello che facciamo, e finché tutto procede per il meglio, continuiamo a fare ciò che ci piace.

Come trapeziste donne, vi siete mai trovate a dover affrontare stereotipi o pregiudizi riguardo alle vostre capacità fisiche rispetto ai vostri colleghi maschi? Come rispondete a queste percezioni?

Assolutamente sì, ci capita spesso. Lavoriamo spesso in ambienti in cui siamo le uniche performer donne. Nei concorsi di circo, le abilità tradizionalmente maschili, come la forza e l’acrobazia, tendono a essere più valorizzate rispetto a quelle considerate femminili, come la flessibilità. D’altra parte, nel circo tradizionale, ci si aspetta che le donne si esibiscano in numeri “graceful”, con costumi succinti e acconciature elaborate. Noi non ci siamo mai inserite bene in questo formato, perché siamo sempre state più interessate a esplorare altre possibilità. Non abbiamo nulla contro le performance femminili classiche, ma sarebbe bello se le donne potessero avere più opzioni per interpretare ruoli diversi.

In estate ci esibiamo con uno spettacolo di 30 minuti in eventi all’aperto, e in queste occasioni incontriamo spesso il pubblico. Molti ci dicono di essere colpiti dal vedere donne esibirsi in numeri potenti ed energici. Abbiamo incontrato centinaia di bambine che fanno ginnastica o circo e che si sentono ispirate dalle nostre performance. Questo dimostra che c’è una forte curiosità da parte del pubblico nel vedere donne fare cose straordinarie.

C’è un sogno che custodite nel cuore?

Il nostro sogno è continuare a fare questo lavoro, che non è affatto scontato. Vorremmo creare più spettacoli nostri e ampliare le nostre opportunità.