Il circo, come ogni azienda e spettacolo dal vivo, non sfugge alle leggi del mercato e alle logiche del marketing. E no, il marketing non è solo “un’americanata” né esclusivamente vendita: è una filosofia imprescindibile per qualunque azienda.
L’importanza di Essere Diversi
Ogni azienda, per stare sul mercato e guadagnare, deve differenziarsi in qualche modo. Immaginate di trovarvi davanti a uno scaffale di un supermercato: quale prodotto scegliereste? Probabilmente quello che vi colpisce di più o che già conoscete.
La scelta si basa su vari motivi: perché costa meno, perché ha un ingrediente particolare, perché ha un gusto diverso dagli altri o perché sentite che rispecchia i vostri valori. In generale, si può dire che scegliete chi emerge.
Dietro c’è un concetto fondamentale, il vantaggio competitivo, che si può definire così: quell’elemento che rende un prodotto o un servizio differente rispetto a quello di un concorrente o alla categoria.
Senza differenziazione, si è di fronte a prodotti fotocopia. Vale anche per il circo?
Orfei, Orfeini, Horror e tanta Acqua
Il circo sembra sfuggire a queste logiche. Eppure, essendo un’impresa, deve raggiungere il pubblico, comunicare, attrarre spettatori. Ma, osservando il panorama italiano, emerge chiaramente chi riesce davvero a distinguersi?
Un esempio era Moira Orfei, il cui vantaggio competitivo risiedeva proprio nella sua figura iconica. Un altro era l’American Circus Togni, distintivo per le sue tre piste. Poi penso al Circo Acquatico Zoppis, che rinunciava agli animali puntando sull’acqua in un momento in cui in Italia quasi tutti i circhi utilizzavano animali. Oggi si distingue il Gravity Circus con spettacoli a tema sempre diversi con una chiara narrazione che guida lo spettatore.
Da osservatore esterno, posso però affermare che nel circo italiano c’è una corsa all’imitazione. Prendiamo il nome Orfei, ad esempio: inserirlo nell’insegna è una strategia per attrarre lo spettatore, basandosi sull’associazione mentale “Orfei = grande spettacolo”. Ma se l’80% dei circhi utilizza il nome Orfei, dov’è la differenziazione? Semplicemente non esiste. Senza dimenticare che spesso dietro il nome Orfei non c’era certo uno spettacolo valido.
Lo stesso è accaduto con la “moda” dei circhi horror: sono stati gli Zoppis a introdurre il format spagnolo e, a ruota, ne sono nate centinaia di imitazioni. Uno è originale, ma se ce ne sono mille diventa solo una copia.
Oggi cosa succede?
L’anno scorso ho avuto il piacere di vedere il Circo Sull’Acqua della Famiglia Martini: un grande spettacolo, ben presentato e con un uso ottimo dell’elemento acquatico. E ora cosa accade? Spuntano come funghi nuovi circhi che usano l’acqua come elemento differenziante. Cos’è questo se non un’altra dimostrazione della mancanza di originalità?
Certo, bisogna ammettere che, per la sua natura, il circo gioca spesso in una categoria a parte: la questione è legata al fatto che l’attrazione degli spettatori ha un limite territoriale e al suo carattere itinerante. Se un circo sull’acqua si trova al Nord e un altro al Sud, non si fanno concorrenza diretta. Anche se dati i salti territoriali, questa questione cade un po’.
Ma il limite territoriale si dissolve ancora in questo contesto digitale, dove uno spettatore che cerca informazioni su un circo va online, magari sui social media e cerca. Cosa potrebbe pensare? “Ah, quanti circhi sull’acqua ci sono! Qual è l’originale? Quale devo guardare?” Un bel caos, no?
Conclusioni
Questo articolo non basta a esplorare in dettaglio i temi del marketing per gli spettacoli dal vivo, del vantaggio competitivo e delle strategie di comunicazione. Tuttavia, vuole accendere una lampadina su un concetto fondamentale: se non si innova e non ci si differenzia, si sparisce.
Il mondo non è più lo stesso, e il mondo del circo non fa eccezione. Le aziende si innovano e cambiano per stare al passo con le esigenze dei consumatori; se il circo non lo fa, è un gran bel problema.
Fabrizio Procopio