Un uomo e un bambino si tengono per mano e avanzano con sguardo fiero e passo deciso su uno stretto tappeto. L’uomo regge una grande valigia, sono entrambi vestiti da clowns e sorridono felici. Sono le immagini in bianco e nero e un po’ annebbiate, di un vecchio filmato.
Quando tutto schiarisce e il movimento si fa fluido, ha inizio l’incanto. I due cominciano una lotta scherzosa nel tentativo di afferrarsi e sfuggire l’uno all’altro. L’uomo è vittima degli scherzi del piccolo e per acchiapparlo compie le più svariate acrobazie poi, stanco dei dispetti di quel birbante, impugna la scopa per dargli una sonora lezione. Ma anche questa volta il bambino gli sfugge, anzi agguanta il manico e gli si attorciglia sinuoso. Allora l’uomo nell’ultimo disperato tentativo di bloccare il birbante, lo afferra deciso e lo lancia in aria facendogli compiere un triplo salto mortale per poi infilarlo al volo dentro la capiente valigia a soffietto.
La scena sfuma e gli artisti scompaiono come in un sogno. Quell’uomo è mio nonno, Primo Malagoli, nelle vesti di Fortunello e il bambino è il suo Cirillino, abile ed esperto compagno di scena, interpreti di un frammento del filmato che ho trovato tra i suoi numerosi ricordi. Il numero ha per titolo “Fortunello e Cirillino” e Primo lo porta in scena in numerosi teatri italiani ed europei dal 1937 al 1947.
Lo riceve come erede dal suo maestro – allenatore, Alberto Braglia, ginnasta della Panaro di Modena, pluridecorato olimpico, che il pubblico ama e sostiene. Dopo le vittorie di ben tre olimpiadi, 1906 ad Atene nel 1908 a Londra e nel 1912 a Stoccolma. Braglia presta la sua abilità di atleta al mondo dello spettacolo creando un numero acrobatico ispirato ai personaggi di Fortunello e Cirillino, una striscia di fumetti pubblicata allora dal Corriere della sera. Con questo spettacolo ginnico clownesco gira con successo l’Italia e l’Europa, poi fino a New York.
Braglia ha perso da poco un figlio quando conosce Primo e lo cresce come ginnasta e come uomo proprio come avrebbe fatto con un figlio suo. Così il giovane, spinto dal maestro, riprende dal vecchio baule di scena il materiale di quello spettacolo e inizia il suo percorso laddove Braglia lo aveva interrotto. Introduce sketch comici più attuali ed esercizi ginnici più elaborati e di maggiore impatto visivo per lo spettatore. Trova un abile Cirillino e nel febbraio del 1937 esordisce nel teatro Politeama di Como.
Da allora è un susseguirsi di spettacoli e di successi. Percorre l’Italia in lungo e in largo, e il suo successo è coronato anche col grande onore di esibirsi al cospetto del Re. Nel maggio del 1939, in occasione del pranzo dato a Roma in onore della visita della principessa Olga di Jugoslavia, un emozionantissimo Fortunello e un agitato Cirillino si esibiscono a corte davanti alle famiglie reali. In segno di ringraziamento personale ricevono in dono una coppia di gemelli da camicia in oro, impreziosite con delle piccole rosette di diamanti e su cui sono incise le iniziali della regina Elena.
È il 1941. L’Italia è in guerra a fianco della Germania nazista. Primo ha moglie, una figlia piccola e una madre anziana e, nonostante questa pesante situazione, si vede costretto ad accettare un contratto con il governo tedesco: in cambio di 11 mesi di spettacoli nei più prestigiosi teatri del terzo Reich, per un mese deve esibirsi solo per i militari o i dignitari tedeschi e le loro famiglie.
Non ha la libertà di contrattare personalmente la paga né tantomeno di riscuoterla. Per tutte queste operazioni deve passare, non senza enormi complicanze, tramite l’Amministrazione Fiduciaria per le Professioni Culturali. Così, senza un giorno di sosta, per quasi tre anni, attraversa tutta la Germania più e più volte esibendosi e lavorando senza tregua e senza mai poter tornare a casa, con il pensiero dei suoi cari abbandonati in piena guerra.
A rincuorarlo e a dargli forza sono i successi che ottiene ovunque da Monaco a Francoforte, da Lipsia al teatro Scala di Berlino. Dall’1 al 15 febbraio del 1942 entra a far parte dello spettacolo “Das brosse Lachen” (la grande risata) allestito dal grande Charlie Rivel, il clown spagnolo dalla voluminosa parrucca rossa e il trucco esagerato, che ha raggiunto fama mondiale con le sue esibizioni ginnico clownesche. Le tournée si susseguono senza sosta.
Eccolo dal 6 al 30 giugno del 1943 nel cartellone dello spettacolo del Circo Hagenbeck e poi altri teatri e varietà.
Primo è stanco, ha anche sulle spalle la fatica di fare da sostegno e guida al giovane Cirillino anche lui lontano dalla famiglia. Nelle prime settimane di luglio del 1943 gli accade qualcosa di tanto inaspettato quanto propizio.
Un suo conoscente, alto funzionario tedesco, in cambio dei lasciapassare e di tutti gli altri documenti necessari per lasciare il suolo tedesco, gli chiede di trasferirsi rapidamente a Copenaghen portando con sé il proprio figlio con lo scopo di allontanarlo dalla Germania.
Primo viene informato della grave situazione militare e politica che ha spaccato l’Italia in due parti e capisce come per lui, ma anche per la sua famiglia in Italia, sia il momento più sbagliato e pericoloso per fare ritorno. Così accetta.
Terminato l’ingaggio a Karlsbad attraversa per l’ultima volta il territorio teutonico per giungere ai fiordi della Danimarca e stabilirsi prima a Copenaghen e in un secondo momento a Göteborg dove resterà fino alla fine della guerra. Qui, nel marzo del 1944, troviamo il suo spettacolo nel cartellone del famoso Teatro Circo Schumann. Seguono altre esibizioni, e solo nella primavera inoltrata del 1946 Primo riesce a fare ritorno a Modena riportando con sé un Cirillino partito ragazzo e ritornato uomo.
Lo spettacolo “Fortunello e Cirillino” è stato pioniere nel coniugare le arti mimiche e circensi con acrobazie ed esercizi provenienti dalla ginnastica a corpo libero e dall’atletica leggera, ideato e messo in scena per la prima volta da ginnasti professionisti formati in importanti palestre. Braglia e Malagoli possono essere considerati la pietra miliare di quel binomio tra atletica leggera e intrattenimento spettacolare che evolverà quasi 50 anni dopo nei magnifici spettacoli del Cirque du Soleil.
Gettano le basi per la creazione di un nuovo filone di spettacoli che miscelano sapientemente alcuni tratti distintivi della commedia dell’arte con la nuova scuola dei clown non più fondata sul solo rapporto conflittuale tra il clown rosso e quello bianco ma , sviluppando il copione della storia accentuando la spettacolarità delle situazioni rappresentate e i tratti caratterizzanti dei personaggi; queste e le inevitabili contaminazioni derivanti dal teatro di varietà rendono lo spettacolo estremamente attuale e dinamico impreziosendo di esibizioni che fanno da contorno alla storia.