Gioia Tauro: Il mondo del circo con i suoi luoghi e personaggi, gli odori e suoni che tutti, almeno una volta nella vita hanno conosciuto, esercita un fascino talmente intenso che difficilmente si può dimenticare.
L’esperienza di domenica 5 luglio 2015 è stata “unica”, quella di partecipare alla Santa Messa, in quanto mai vissuta, dentro un Circo. Un evento fortemente voluto dalle famiglie circensi Canestrelli-Togni, con la valida collaborazione dell’amico Clemente Corvo, da S. E. Mons. Francesco Milito, vescovo dalla Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi e dal neo sindaco della città, dott. Giuseppe Pedà, per aver patrocinato l'evento.
Sentita la partecipazione da alcuni fedeli della Parrocchia di S. Gaetano Catanoso, dal parroco don Pasquale Galatà che ha presieduto l’Eucaristia, di Santo Bagalà, Presidente del Consiglio Comunale con alcuni consiglieri, in rappresentanza del Sindaco, assente per motivi istituzionali, dal personale circense, con a capo il Direttore Artistico Vinicio Canestrelli Togni.
Anche se la giornata è stata afosa per il caldo intenso, in particolar modo all’interno del tendone, è stato un momento di condivisione nella preghiera, nell’ascoltare la Parola di Dio e nello spezzare il Pane Eucaristico.
E, mentre i bambini vanno al circo per divertirsi, molto partecipativi con impegno ed entusiasmo, sono stati alcuni dei piccoli ministranti della parrocchia, che hanno prestato servizio all’altare, insieme agli Accoliti. Ad animare la liturgia con il canto è stato il Coro parrocchiale “S. Gaetano”, con la direzione del M° Giuseppe Calarota.
Pensando al mondo del circo, rappresenta una cultura diversa della vita reale, di divertimento, di follia, incertezza nell’affrontare la vita di ogni giorno con quelle che sono le problematiche all’interno del circo stesso. Prendendo spunto da alcuni stralci dell’omelia, il parroco ha detto: «Signore mandaci dei folli, che si impegnino a fondo, che dimentichino, che amino non soltanto a parole, che si donino per davvero sino alla fine. Abbiamo bisogno di folli, alla san Francesco, di irragionevoli, di appassionati, capaci di tuffarsi nell’insicurezza, l’ignoto sempre più spalancato della povertà. Abbiamo bisogno dei folli del presente, innamorati della semplicità, amati dalla pace, liberi dal compromesso, decisi a non tradire mai, obbedienti e insieme spontanei e tenaci, forti e dolci». «La gente del circo è gente che lotta ogni giorno facendo sacrifici enormi. Oggi siamo qui anche per questo». A conclusione, don Pasquale ha voluto recitare la preghiera del clown al Signore: «Signore Gesù, dacci ancora la forza di far ridere gli uomini, di sopportare serenamente le loro assordanti risate e lascia pure che essi ci credano felici, anche se non sempre è così. Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola; ma aiutami a portarla in giro, per le città e i paesi, con disinvoltura. C’è tanta gente che si diverte a far piangere l’umanità. Noi circensi, dobbiamo soffrire per divertirla, è il nostro modo, singolare, di divertire/annunciare il Regno di Dio. Manda, se puoi, qualcuno in questo mondo capace di far ridere me, come io faccio ridere gli altri. Amen!». Tanta era l’emozione e l’attenzione alle sue parole che alla fine, i fedeli, si sono lasciati trasportare in un spontaneo applauso.
Pensare e trovare anche il tempo per il nostro Signore è un atto di fede. Questo ci ha fatto molto riflettere. Osservando il volto del personale del circo si notava una compostezza e un’apertura a questo mondo che è la fede che, quasi per la vita che conducono, fosse impossibile credere in qualcos’altro di mistico, oltre al loro mondo fatto di entusiasmo, di brivido, di paure, ma anche di tanti sacrifici.
In tutto quello che si fa nella vita di ogni giorno, bisogna mettere Dio al centro delle nostre attività. E questo, il circo Lidia Togni lo ha fatto, appunto, nel far celebrare la messa all’interno del circo, al centro della pista, dove vivono quotidianamente.
Alla fine della Celebrazione, il parroco ha benedetto tutti i presenti e gli animali, anche loro “artisti”, nel mondo del circo. In tutto questo si è vista la Benedizione di Dio, su questa famiglia, in particolare Togni, e su questo mondo così surreale.
Giuseppe Calarota