Ancora dalla pagina di Cuneo di La Stampa, riportiamo la replica di Katiuscia Medini in merito alle accuse di sequestro di persona nella teca dei serpenti. Artico a firma di CRISTINA BORGOGNO-ROBERTO FIORI
«Nessuna ritorsione, non siamo gente del genere. E non abbiamo mai pensato di mettere qualcuno nella teca dei serpenti. Siamo noi le vittime, rovinati dopo un furto che ci ha messi a terra e una storia incredibile che si è montata tutta intorno. Avevamo raccolto quella cifra con tanti sacrifici per acquistare un nuovo tendone e ora abbiamo una struttura ferma che non possiamo ritirare e poche risorse per continuare a spostarci, a lavorare. Tanto che abbiamo deciso di vendere tutto, per rientrare delle spese e provare a ripartire».
Tre pitoni sulla roulotte
Si sfoga così Katiuscia Medini, erede della dinastia di circensi originaria di Bene Vagienna. Il suo circo «Ringo» è arrivato ieri a Poirino, nel Torinese. Ma registi e attori hanno avuto poco tempo per preparare lo spettacolo, alle prese da domenica scorsa con una serie di vicissitudini che hanno coinvolto la sua famiglia da una parte e alcuni nomadi albesi dall’altra. Prima, il furto di 20 mila euro subìto dai Medini l’ultimo giorno di permanenza a Carmagnola. Poi un avvicendarsi di telefonate e denunce ai carabinieri tra Carmagnola, Moncalieri e infine Alba, da dove le vittime del furto avevano intuito arrivassero i responsabili. Ma anche possibili tentativi di rientrare in possesso della somma di denaro, intercedendo direttamente con i presunti autori del furto. Uno dei quali avrebbe dichiarato ai carabinieri di essere stato richiuso per un’ora dai circensi nella teca dei serpenti. Animali – tre pitoni di cui due albini – che i Medini non utilizzano in scena, ma hanno sempre con sè e trasportano su un mezzo con apposite strutture dotate di vetri e lampade riscaldanti.
«Abbiamo ricevuto intimidazioni»
«Non è andata così – rincara Katiuscia Medini -. Chiunque può entrare dove allestiamo i nostri spettacoli e vedere cosa c’è all’interno di camion e roulotte». E aggiunge: «Abbiamo anche ricevuto intimidazioni, ma questi metodi non ci appartengono: lavoriamo da sempre con onestà, abbiamo collaborato con comuni e Pro loco, anche con l’associazione di don Ciotti a Torino. La verità è che la situazione è diventata insostenibile: un’attività da mandare avanti, gente da pagare, il gasolio da acquistare, spese da affrontare per spostarci, scadenze per le bollette da rispettare. Saremo a Poirino fino a domenica (domani, 17 gennaio, ndr), poi credo andremo a Trofarello. Ringraziamo fin d’ora chiunque voglia darci una mano, venendo ad assistere agli spettacoli, ospitando il circo e offrendoci una piazza».
«Ho chiamato io il 112»
Sulla vicenda indagano i carabinieri della Compagnia di Alba e del Reparto operativo di Cuneo. Ci sono accuse, da entrambe le parti, che vanno dal furto al sequestro di persona e lesioni personali aggravate. Nelle prime ore dopo l’accaduto, Katiuscia Medini è riuscita a rientrare in possesso di poco più di duemila euro. E conclude: «Sono stata io a chiamare il “112”, ho coinvolto immediatamente i carabinieri come parte lesa e mi sono presentata più volte in caserma per integrare la mia denuncia».
I carabinieri temono una faida tra gruppi
Ma per i militari c’è il sospetto di «una faida tra i gruppi e di tentativi di procedere con una giustizia “fai da te”». Anche per questo proseguono le attività investigative, coordinate dalla Procura di Asti, e non si escludono altri provvedimenti per evitare un’escalation di atteggiamenti ritorsivi.
Immagine: foto Reporters