La magia del circo con Andrea Bocelli

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Riportiamo da Il Tirreno a firma di Andrea Lanini

LAJATICO. Fellini, "La strada", le note di Nino Rota, quella splendida metafora tra teatro e vita. Il Teatro del Silenzio 2016 inzia così. Con maestro Marcello Rota, che guida l'Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova attraverso la malinconia di quel sognante motivo. Poi, il ritmo si anima. Entrano cortei di personaggi truccati da clown, felliniani anche loro. Sfilano tra la folla oceanica di pubblico, dilagano, trasformando la platea in scena. Sembra "Otto e mezzo", e invece è "Le Cirque", il nuovo tributo d'amore di Andrea Bocelli per Lajatico.
I primi acuti del padrone di casa sulle note di «Ridi, pagliaccio!», i primi brividi. Da lì, una sfilza di sfide tecniche che porteranno il tenore italiano più amato al mondo a scalare le vette di Verdi, Puccini, Donizetti, Giordano. Il primo duetto è da "Rigoletto", di cui Nucci, da anni, è uno dei più acclamati interpreti. La sua voce e quella del soprano coreano Sumi Jo si affiancano in "Piangi, Fanciulla… Sì, vendetta", un loro cavallo di battaglia. Incantevoli giochi illuminotecnici fendono il cielo stellato: il migliore dei tendoni possibili, per questo circo pronto a svanire.

I 350 abiti di scena preparati, con materiali riciclati, da Scart, sono uno spettacolo nello spettacolo: Maurizio Giani e Claudia Tortora hanno fatto miracoli. Quando il grande elefante di luce che troneggia alle spalle del palco si spegne, entrano gli elefanti veri. Due, enormi. Tornano anche i cavalli, fastosamente addobbati, e anche loro volteggiano in cerchio. La vitalità circense che la direzione artistica di Alberto Bartalini e la regia di Luca Tommassini hanno scritto a quattro mani inizia già dalla serata di venerdì con le prove. E da giorni Lajatico è galvanizzato dalle sculture di luce di Marco Lodola, che da giorni accendono il centro storico. Giovanni Allevi raggiunge il pianoforte a coda – dipinto a striature zebrate com'è, sembra vivo – nella seconda parte: assieme all'orchestra suona il suo "Sunrise"; poi accompagna Bocelli ne "La Danza" di Rossini. Ma la vera sorpresa è un altro Bocelli. Matteo, 18 anni, uno dei figli di Andrea. Altezza e portamento da modello, bel volto mediterraneo, ha un timbro sorprendentemente simile a quello del famoso padre. Col quale canta "L'onda di suoni mistici" e "Di quella pira" dal "Trovatore".  Con loro, il soprano Svetla Vassileva, mora beltà dalla voce d'angelo.

Al Teatro del Silenzio le voci sono una granitica certezza, e anche questa volta è così: applausi scroscianti, oltre che alla Vassileva, per il mezzosoprano Tiziana Carraro, i baritoni Gianfranco Montresor, Federico Longhi e Claudio Ottino, il basso Paolo Pecchioli, il Coro del Carlo Felice, i Cantori di Burlamacco. Si chiude in bellezza con "Bohème". Poi "Nelle tue mani". I maxischermi mostrano il video del brano: Andrea Bocelli che lancia il proprio destriero al galoppo, come un Edgardo che corre ad abbracciare Lucia, come un cavallerizzo in vena di prodezze. Il melodramma, il circo. Un’edizione da incorniciare (prodotta da City Sound) con undicimila spettatori. Quest’anno tanti i russi che non hanno guardato a spese.

Non è stato semplice convogliare sulle strade di Lajatico un gran numero di auto, taxi e bus navetta scortati dai mezzi del Vespa Club Valdera. In platea Ferruccio Ferragamo ed Eva Cavalli. I Salotti del Gusto che hanno puntato tutto sui prodotti dell’enogastronomia locale. Una degustazione per 200 persone tutte arrivate dall’estero per Bocelli e che avevano acquistato un pacchetto super lusso, ha dato il via alle danze la sera della prova generale. Da rivista patinata l’allestimento floreale sia al teatro che a casa Bocelli, curato da Simone Sardelli di Forcoli: una vetrina internazionale. Grandi le suggestioni dell'area Hospitality, firmata dai Salotti del Gusto al Teatro del Silenzio. Dopo le prove gli artisti sono stati ricevuti a casa di Bocelli, così come ieri sera alla fine dello spettacolo c’è stato un mega ricevimento organizzato dalla Bocelli Foundation.