Favorivano l’immigrazione clandestina fingendo di reclutare ballerini, attrezzisti e facchini per i circhi di tutta Italia. Migranti che non hanno mai lavorato un minuto sotto i tendoni, ma in cambio di denaro riuscivano ad entrare in Italia. Con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina i gestori dei circhi Francesco, Alberto e Claudio Vassallo, Kisham Chand, Davide Rossi, Eleuterio De Bianchi, Mihai Marinescu, Nirmal e Jatinder Singh, Tommaso Fernandez, Pail Harmesh, Muhammad Bilal, Mohammed Islam, Avtar Chand sono stati rinviati a giudizio dal gup Nicola Aiello che ha fissato il via del processo per il 20 dicembre davanti alla quarta sezione del tribunale di Palermo.
Nell’indagine, che in tre tranche ha sgominato l’organizzazione alla fine del 2015, è stato coinvolto anche un dipendente dell’assessorato al Lavoro della Regione siciliana, Vito Gambino, che avrebbe rilasciato illegittime autorizzazioni all’assunzione al lavoro da parte dei circhi. Gambino ieri ha chiesto di patteggiare.
Era stata la squadra mobile di Palermo a scoprire l’organizzazione che aveva avviato un inedito canale di immigrazione. Secondo la ricostruzione della squadra mobile guidata da Rodolfo Ruperti gli imputati corrompevano il funzionario regionale per predisporre permessi di soggiorno irregolari. Il tutto per far circolare centinaia di stranieri provenienti dal Bangladesh, dall’India o dal Pakistan in Italia e dunque in Europa scavalcando la legge sui flussi migratori.
Secondo l’accusa il capo dell’organizzazione, Tommaso Fernandez, 56 anni, nato a Reggio Calabria, sarebbe stato l’ideatore del meccanismo di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Direttore del Circo Vassallo e consulente di molte imprese del settore, ha un’enorme esperienza nella materia di gestione del traffico di personale destinato agli spettacoli itineranti. Per questo, sempre secondo i magistrati, avrebbe usato la normativa speciale del settore a proprio vantaggio. E da qui la scelta della Sicilia come base operativa proprio perché, diversamente dalle altre regioni italiane dove le deroghe alle quote di ingressi sono gestite dal governo centrale, la Sicilia ha competenza esclusiva e per questo veniva usata come centrale di autorizzazione e smistamento.
I migranti pagavano fino a 15 mila euro per ottenere una falsa autorizzazione all’assunzione nei circhi firmata dalla Regione Siciliana e per ogni immigrato clandestino assunto, i gestori dei circhi incassavano fra 2.000 e 3.000 euro dall’organizzazione dei trafficanti.
di FRANCESCO PATANE'