IVREA . Lo aveva deciso già da bambino, Angelo Patti: da grande avrebbe fatto il clown e, poiché, da qualche parte aveva letto che per essere un bravo clown occorreva essere un ottimo attore, chiese ai genitori di essere iscritto a una scuola di recitazione. Con il passare degli anni ecco i primi spettacoli, i ruoli comici e le collaborazioni con le compagnie teatrali del territorio, quindi la passione per la conduzione, affinata alle scuole di perfezionamento. Con il sogno sempre lì, custodito nei recessi del cuore.
Fino al 2015, quando il caso lo portò a presentare, per le sere di una tappa canavesana, il Circo di Vienna: quanto bastava per riaccendere la fiammella dell’entusiasmo e gettarsi a capofitto in una nuova avventura, quella vagheggiata da sempre. Otto mesi a Londra ai corsi della London Clown School, altri a Roma, all'accademia internazionale e poi in giro per l’Italia a carpire i segreti dei grandi maestri internazionali, da David Larible, il clown più famoso del mondo, a Vladimir Olshanskj, del Cirque du Soleil. «Ho così creato un mio repertorio, – racconta – Modificando a mio piacimento gli sketch tradizionali e unendovi la parte parlata. Ne è derivato Patti il Clown, un clown tradizionale ma moderno, sofisticato nell'aspetto, ma che, purtroppo vede fallire tutto ciò che prova a realizzare, suscitando, ovviamente, l'ilarità degli spettatori».
«Con Patti il Clown – continua – ho voluto mantenere il mio cognome in memoria di mio padre, mancato, purtroppo, due anni fa, mio grande fan. Anche i costumi, completi eleganti, sono ispirati alla sua personalità. Con questo personaggio sono entrato, lo scorso ottobre, nel Circo Sandra Orfei con il quale ho girato tutta la Puglia, presentando sette ingressi comici a spettacolo, facendomi apprezzare dal pubblico e raccogliendo ottime recensioni su facebook.
Oggi vivo in una roulotte e sono il clown del Circo Orfei, in uno degli spettacoli più belli d'Italia e di grandi strutture». «Il gennaio 2018 – conclude – mi ha visto in Grecia, dove il circo è andato in tournée ed è stato meraviglioso perché quel pubblico adora i clown italiani».