Circo Zavatta, un tour della memoria nel vibonese

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Salvatore Zavatta è voluto ritornare, in questi giorni, nei luoghi della memoria, i suoi passi hanno risolcato le strade di Vibo Valentia, Piscopio, Pizzo, Tropea,Parghelia, Briatico… in questi luoghi ci sono ancora le persone, gli spazi, i ricordi di un tempo, qui ogni cosa “parla” di quel periodo lontano e di quel “Circo” che ritualmente ritornava.

Questo circo era quello dei Zavatta, la famiglia circense più antica d’Italia con un circo molto prestigioso, dalla grande tradizione storica, che offriva uno spettacolo divertente, esilarante e dignitoso.

Salvatore Zavatta avanza oggi silenzioso per le strade del Vibonese, in tanti lo riconoscono nei tratti somatici, lo fermano per un saluto, una parola, un ricordo da far emergere ancora una volta.

Per le strade dei paesi sembra quasi di sentire ancora quella voce dell’altoparlante: “Questa sera alle ore 21,00 grande spettacolo con il Circo Zavatta”.

A Piscopio Zavatta si fa una foto davanti alla chiesa di San Michele, poi incontra i tanti amici e conoscenti, così come a Pizzo, a Vibo e in tanti altri paesi del Vibonese. Affiorano prorompenti i ricordi.

A Briatico lo incontriamo per una passeggiata della memoria, in molti lo riconoscono anche qui. Il circo, in un territorio come il nostro, ha sempre avuto una grande funzione sociale, di cultura e divertimento. Quando arrivava, il Circo Zavatta si stabiliva in paese per molto tempo, un intero mese a Briatico, due mesi a Parghelia, un altro a Tropea ed una settimana a Zaccanopoli.

Mimmo Calabrò ci racconta che “la prima volta che il circo arrivò a Briatico era il 1963. In piazza San Nicola, davanti alla chiesa, ci doveva stare quindici giorni, rimase per mesi e tutti i giorni era pieno”. Il circo Zavatta aveva i carrozzoni colorati, le gabbie viaggianti con dentro gli animali feroci ed esotici e rari, un lama, alcuni cavalli pony, un elefante, un dromedario,scimpanzé ed altri animali che i bambini potevano vedere per la prima volta in vita loro.

Poi c’era un’intera famiglia Zavatta, persone e personaggi erranti per le strade di tutta Europa. Nei carrozzoni in legno intorno al tendone stavano padre, madre e ben sette figli. C’era lui, il moro Salvatore, e Ferdinando, il biondo palestrato, uno ballerino e cantante e l’altro acrobata e trapezista; c’era il giocoliere Enrico, l’equilibrista Assunta, c’era Rosetta e poi c’erano due gemelli più giovani, il proprietario del Circo, Alberto Zavatta, che in pista diventava la mitica figura di Scarpacotta.

A Briatico la famiglia Zavatta era di casa, faceva rifornimento di cipolla, preparava le bottiglie di salsa, seccava i pomodori al sole e prepara le alici salate. Salvatore Zavatta continua a raccontare: Questi luoghi mi fanno ricordare Bacicca, la nostra asinella sardegnola, il cavallo Fiorello, il pastore tedesco Rochy. Prima di ripartire Zavatta incontra Domenico Grasso, ancora lontani ricordi… la famiglia Zavatta frequentava la sua campagna, “eravamo molto amici, loro portavano il cavallo Fiorello per brucare erba fresca sotto l’uliveto, raccoglievano interi sacchi di erba per gli altri animali, io regalavo loro quel che potevo, pomodori, peperoni, cipolle, un giorno con quel cavallo mi feci anche un giro di tutto il Farcò, riuscii a cavalcarlo. Passarono degli anni, quando ritornarono nella mia campagna il cane Rochy li riconobbe subito, saltava gioioso addosso a loro”.

Franco Vallone