"Passate un po' di tempo con noi e guardate con i vostri occhi come viviamo: capirete che amiamo i nostri animali e non li maltrattiamo". Con questa insolita proposta, che non ha voluto essere una provocazione, il titolare del circo "Armando Orfei Revolution", attendato nella zona industriale Campidui di Conegliano dallo scorso 22 febbraio fino al prossimo 4 marzo, ha voluto rispondere alle polemiche e alle accuse di maltrattamento nei confronti degli animali che hanno trovato la loro manifestazione più importante in alcuni sit-in pacifici degli animalisti davanti al tendone del circo (qui l'articolo).
In questi giorni, infatti, non sono mancati gli attacchi e le critiche, che hanno trovato il loro canale principale nei diversi gruppi social locali, nei confronti di chi utilizza ancora degli animali esotici per degli spettacoli circensi quando in Italia, ormai da molti anni, la sensibilità sul tema della tutela e del benessere degli animali ha assunto delle sfumature che propenderebbero per il superamento del circo che utilizza gli animali.
I membri della famiglia di Armando Orfei, circensi da sette generazioni, hanno voluto spiegare come il loro circo non abbia nulla da nascondere e di come siano disponibili a dialogare con chi è contrario alla presenza degli animali nella loro struttura. La famiglia Orfei ci tiene a precisare come il mondo del circo, che vanta diversi secoli di storia, sia cambiato e si stia impegnando per rispettare le leggi nazionali e internazionali pensate per garantire le migliori condizioni di vita agli animali che vivono a stretto contatto con gli uomini del circo per tutta la loro vita.
“Il circo – racconta il titolare del circo "Armando Orfei Revolution" – è cambiato molto negli anni ma in tanti non lo vogliono riconoscere. All'inizio del Novecento non c'era quasi nessuna norma da rispettare in merito alla condizione degli animali. Non esistevano gabbie esterne per permettere agli stessi di avere più spazio per muoversi e non si trovavano arricchimenti ambientali che rendessero più confortevole la loro vita. Ora è tutto diverso e ogni circo deve rispettare numerose leggi, nazionali ed internazionali, e svariati regolamenti locali che sono stati elaborati per garantire le migliori condizioni di vita possibili per i nostri animali. Ora c'è un'attenzione particolare sul numero degli spettacoli che possiamo effettuare ogni giorno e alcuni animali, come gli orsi e gli scimpanzé, non possono più vivere nei circhi. Ci sono indicazioni precise sulle dimensioni delle gabbie e dei recinti e gli animali che ci accompagnano sono nati in cattività, non essendo prelevati in natura. Quando trasportiamo gli animali compiamo percorsi molto brevi, proprio per evitare di procurare loro inutile stress”.
“In questi anni – prosegue Armando Orfei – i circensi si sono adeguati alle varie normative vigenti, che non abbiamo inventato noi, ma alcune autorità, che giustamente pretendono degli spazi appropriati per gli animali, non ci vengono incontro nell'individuare delle aree adeguate per montare le nostre strutture. Il circo è la nostra vita e abbiamo fatto tanti sacrifici per continuare a credere nella nostra grande passione. Posso dire che, relativamente ai maltrattamenti degli animali, il mondo del circo ha un'attenzione particolare per il loro benessere visto che siamo costantemente in contatto con le ulss locali e con i veterinari che si occupano di controllare la documentazione di ogni animale, oltre alle condizioni di salute. Il mio primo pensiero al mattino e alla sera, visto che mi occupo personalmente delle mie tigri, è che questi splendidi felini stiano bene ma, come in ogni altro settore professionale, c'è sempre qualcuno che non si comporta correttamente. Ritengo che non sia giusto che il mondo del circo sia condannato per gli errori di qualche persona che, se decide di agire a svantaggio degli animali, non ha capito qual è il vero spirito del circo”.
Rispondendo alla domanda relativa al superamento della concezione del circo che utilizza gli animali durante i suoi spettacoli, il titolare del circo "Armando Orfei Revolution" ha affermato: "Dobbiamo superare l'immagine stereotipata di un circo dove leoni e tigri attraversano cerchi di fuoco o altre diavolerie simili. Ora il nostro mondo è diverso ma non riesco ad immaginare un circo senza animali. I nostri spettatori, quando ci chiamano per prenotare i biglietti, ci chiedono se abbiamo degli animali. Loro vengono principalmente per questo motivo e anche i nostri migliori artisti lo sanno. Questo circo equestre nasce agli inizi dell'Ottocento e credo morirà con i suoi animali perché non ci può essere spettacolo circense senza gli animali".
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).