AQUA: un altro magnifico show targato Zoppis

Avatar Filippo Allegri

Dopo il grande successo di Magnifico Acquatico, del Circo degli Orrori e di Circuba, la Zoppis Productions centra in pieno il quarto bersaglio consecutivo, allestendo uno spettacolo con le radici nella tradizione, ma proiettato verso il futuro, un circo d’avanguardia, entusiasmante, memorabile. 

Considerato l’enorme e praticamente inesplorato serbatoio del circo cubano, gli Zoppis sono tornati nell’isola caraibica ed hanno ingaggiato una troupe di una ventina di acrobati poliedrici e bravissimi. Gli ingredienti ci sono tutti, di prima scelta e sapientemente dosati: artisti giovani, fisici statuari e scolpiti, tecnicamente eccellenti e completamente versatili, numeri mai visti sulle piste italiane o quasi del tutto scomparsi. A questi vanno aggiunti un’orchestra cubana con cantanti dal vivo, costumi fantasiosi e multicolori, un sapiente gioco di luci, una regia accuratissima e, come recita il titolo dello spettacolo, tanta acqua ed effetti speciali acquatici.

Uno spettacolo adatto ad ogni età, senza animali, che fa bella mostra delle abilità umane, acrobatiche e coreografiche, raccogliendo i consensi di un pubblico trasversale e siglando così una specie di tregua tra le fazioni contrapposte: chi, per motivi ideologici, è avverso all’uso di animali, può trovare finalmente lo spettacolo dei suoi sogni, mentre chi ama il circo tradizionale non può che entusiasmarsi davanti ad uno show così ricco.

Il tendone bianco e blu è stato innalzato all’Eur a Roma, in via Cristoforo Colombo, dove resterà fino a metà febbraio (salvo proroghe). Un ampio foyer con zona bar introduce allo chapiteau: interni blu, poltroncine in ogni ordine di posti con ottima visibilità in qualunque settore (solo quattro antenne, nessun contropalo).

L’orchestra e i cantanti, rigorosamente dal vivo, aprono con “Bajo el mar” (il nostro “In Fondo al Mar” dalla colonna sonora de La Sirenetta di Disney) e la pista viene riempita da ballerini in costumi variopinti che richiamano esseri marini, in una festosa parata di apertura.

Cambio repentino di tema musicale dell’orchestra. E’ salsa romantica, “Si no te conociera” a due voci (dal film  Pocahontas di Disney, per intenderci). L’atmosfera è quella giusta per l’apparizione in mezzo alla folla di una stupenda acrobata dell’aria che viene agganciata ai capelli e sollevata verso la cupola dello chapiteau. Non si fatica a comprendere perché la specialità dei capelli d’acciaio sia quasi del tutto scomparsa. L’artista è raffinatissima: le sue salite e discese, i suoi tourbillon e le sue movenze aggraziate, aiutate anche dal costume a frange leggere, danno il senso del volo e della leggerezza. Incantevole.

Dopo un numero di atmosfera, arriva in pista una variopinta troupe di sette indiavolati saltatori alla corda, in una rivisitazione del celebre gioco di infanzia con l’aggiunta di salti mortali e scambi acrobatici. La colonna sonora, Beatles a ritmo di merengue, è quanto di più adatto ci possa essere. Il momento clou arriva quando un solido porteur compie una serie di salti dopo essersi caricato sulle spalle tutte e tre le ragazze della troupe. Sensazionale è il gran finale con salti in piramide a cinque.

  

Nuovo cambio di atmosfera, ancora Disney, questa volta dal Gobbo di Notre Dame “Sueña” (il nostro “Quando”), ballata romantica per un numero che tecnicamente sulla carta dovrebbe essere un “mano a mano”, ma che in realtà è molto di più: è quasi un passo a due di danza acrobatica, con una serie di prese e sollevamenti tanto difficili quanto precisi, in cui la ragazza, l’agile, unisce figure di verticalismo e contorsionismo, mentre il porteur la sostiene con disarmante disinvoltura, sorridendo. Questi due giovani artisti hanno tutto: affiatamento, forza, agilità, tecnica saldissima, oltre ad una straordinaria espressività tutta latina. Questo numero è un vero gioiello.

Nuovo cambio di passo, colonna sonora quasi epica, da film hollywoodiano, per una bellissima esibizione al cerchio aereo. Mentre la giovane acrobata in costume rosa compie le sue spericolate evoluzioni, sotto di lei avviene la trasformazione: la pista viene sollevata in unico blocco fino alla sommità dello chapiteau, scoprendo la grande vasca circolare con oltre 50.000 litri d’acqua. In mezzo resta solo una piccola pista rotonda, quasi un’isola circondata da fontane ed effetti d’acqua. La discesa dal cerchio aereo è altamente scenografica, in tourbillon in mezzo alle fontane con giochi di luce. Spettacolare.

Lo show scivola via con grande fluidità, senza soste né tempi morti: le attrezzature vengono montate rapidamente, mentre un grande clown (finalmente!) intrattiene con le sue riprese comiche: un vero portento. Con Circuba, la Zoppis Productions aveva riportato in Italia alcune discipline totalmente scomparse dai circhi del nostro paese (come la barra russa, la bascula, l’altalena russa), gliene va reso assolutamente merito; con Aqua, si prosegue nel tracciato, presentando addirittura il russian cradle, i volanti bassi, autentica rarità, forse mai vista prima in Italia, se non al Cirque du Soleil. “Pirati dei Caraibi” (non si poteva trovare colonna sonora più adatta) accompagna questa troupe di spericolati acrobati cubani: due porteur, uno di fronte all’altro, saldamente agganciati alla vita su due pedane a diversi metri di altezza, lanciano e si scambiano cinque agili, afferrandoli per i polsi o le caviglie, in un susseguirsi di salti mortali, scambi e doppi passaggi incredibili. La combinazione con il letto elastico piazzato sotto la struttura (anche per motivi di sicurezza) permette evoluzioni ancora più ricercate. E’ il trionfo dell’acrobatica.

Cambio totale di atmosfera, luci blu soffuse sono lo sfondo di un’attrazione tanto insolita, quanto di classe infinita: dentro una sfera di plexiglass, sospesa a diversi metri di altezza, come se fosse una luna, una elegante contorsionista in verde disegna figure di grande suggestione. Sotto di lei, guadagna la pista il cantante dell’orchestra: voce calda e suadente, molto ben impostata, canta la ballata romantica “Vida Loca” del grande artista cubano contemporaneo Francisco Céspedes. Musica cubana, luci notturne, il cantante sulla pista tra le fontane, la contorsionista sopra di lui: questa sì che si chiama regia.

Scatenato, scende in pista un giocoliere salsero, con il ritmo nel sangue: sulla sua testa volano fino a cinque palloni da calcio, oltre a clave e cerchi (anche otto), accompagnando tutta la sua esibizione con passi e figure di salsa. Quasi trasfigurato nei ritmi caraibici, termina tuffandosi nella piscina a bordo pista. Resta il dubbio se si tratti di un ballerino prestato alla giocoleria o di un giocoliere con l’anima da coreografo.

La prima parte dello show termina con una proiezione molto suggestiva di vita marina su un velo cilindrico di tulle innalzato attorno alla pista d’acqua, accompagnata da una musica evocativa, quasi epica, a ricordarci quanto importante siano l’acqua, il mare e gli esseri che lo popolano e quanto si dovrebbe fare per preservarli anziché distruggerli.

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La seconda parte si apre con una fantasia acquatica, tutta in verde e altamente coreografica: in mezzo alla piscina, su una struttura girevole azionata da una moto d’acqua e circondata da fontane e giochi d’acqua, due artiste si esibiscono in figure acrobatiche e al trapezio, il tutto a velocità elevata.

Un simpatico clown dalla faccia bianca e il bizzarro costume viola, che finora ha accompagnato le esibizioni dei colleghi con grande mimica e sguardi sognanti, entra in pista con un tamburo e coinvolge tutto il pubblico che lo segue con grande simpatia. Non c’è dubbio: il ritmo è uno degli ingredienti principali di questo show.

Luci blu, fontane zampillanti e l’arrivo in pista della cantante a ritmo di una rumba romantica, accompagnano le contorsioni di una bellissima sirena dalla pelle ambrata. Ma siccome le sirene sono più a loro agio in mare che sulla terraferma, le sue raffinate flessuosità proseguono sul bordo della waterbowl, un’ampia semisfera trasparente piena d’acqua, terminando ogni figura con un tuffo. Un vero tocco di classe.

L’orchestra e la musica dal vivo sono un valore aggiunto di questo spettacolo. E mentre si allestisce la pista per il numero successivo, è l’occasione per un nuovo omaggio ad un altro grande classico della musica cubana “Quizás, quizás, quizás” di Osvaldo Farré, eseguito dalla bellissima voce della cantante in passerella in mezzo al pubblico.

Una specialità quasi introvabile sulle piste dei circhi italiani è il palo cinese; ancora più difficile è trovare un duo, praticamente impossibile che si tratti di donne. Ma stupire sembra la parola d’ordine di questo show, che affida questa difficile attrazione proprio a due splendide ragazze che, oltre alle figure classiche al palo, diventano una il porteur dell’altra, impreziosendo il numero con difficili passaggi di sostenuto aereo.

 

Il ritmo serrato non lascia spazio alla noia, in uno show dove la varietà dei numeri è davvero molto ampia: non manca nemmeno il pattinaggio acrobatico, qui rappresentato da un duo di giovanissimi artisti che impressionano il pubblico con prese e figure al limite dell’incredibile. Un inno alla velocità, la loro attrazione è una esplosione di adrenalina, in cui le difficoltà aumentano progressivamente anche con l’uso di lacci e cinghie che ne moltiplicano la spettacolarità. Il biglietto da visita iniziale è qualcosa di realmente unico: il porteur gira vorticosamente su sé stesso con la partner  appoggiata sulla sua testa, a corpo disteso orizzontale, in equilibrio solo sui propri addominali. Mai visto prima.

A chi è ormai avvezzo a clown che propongono sempre le solite battute con i soliti sketch visti e rivisti, lo spettacolo di Aqua sembrerà una boccata di ossigeno: il clown, in corpetto e papillon rossi, protagonista di tutte le riprese comiche dello spettacolo, non parla, non pronuncia una sola parola, ma dice tutto grazie alla mimica, ai gesti e ad un particolare fischietto che ne deforma la voce. Non è solo un clown, ma un personaggio talentuoso e poliedrico, maestro nella tenuta del palco: attore,  mimo, acrobata, cantante e anche uno eccellente ballerino. Sarebbe perfetto in un musical.

E per il gran finale, tutto ritmo e allegria, tornano in pista i sette coloratissimi pirati dei caraibi, con una serie di volteggi e salti mortali al tappeto elastico, raggiunti poi dal resto del cast a raccogliere l’ovazione e gli applausi trionfali del pubblico entusiasta.

In un’epoca in cui i circhi tradizionali riducono sempre più gli spettacoli a mere esibizioni individuali e con acrobatica sempre più rarefatta, gli Zoppis hanno saputo andare in felice controtendenza, creando una alternativa validissima, in cui finalmente l’acrobatica, le abilità umane e i numeri corali vengono esaltati e giustamente ripagati in termini di audience. Sono questi gli spettacoli che il pubblico vuole vedere e infatti lo chapiteau di Aqua è sempre sold-out.

L’augurio è che, dopo la piazza di Roma, lo show estenda presto la tournée al resto del paese; uno spettacolo così ricco ed innovativo è assolutamente imperdibile.

Filippo Allegri