“Ne a nE”: l’imprevedibile bellezza del nuovo circo

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La prima cosa che ho notato avvicinandomi al palcoscenico è stato il sinistro luccichio di vetri in frantumi, disposti a un angolo del proscenio.

Poi ho notato una giovane donna guardare in alto, oltre l’impalcatura da cui presto sarebbe stata calata la corda aerea, completamente assorta nei suoi pensieri. 

Questo è stato il subitaneo impatto con “Incident”, della compagnia circense “Ne a Ne”, primo appuntamento di Lonato in Festival 2020.

Poi tutto ha avuto inizio: il bassista dalle calze lunghe leopardate è salito sul palco, seguito dall’elegante chitarrista e dal batterista grosso e forzuto.

La musica dal vivo, come un motore esplosivo, ha acceso lo spettacolo e non l’ha più abbandonato, fino alla fine: un’invisibile forza scatenata che accompagna il movimento.

Le protagoniste sono due donne, che si trovano ad affrontare circostanze imprevedibili, che vengono raccontate attraverso l’acrobatica aerea, il contorsionismo, la danza, il fakirismo e il lancio di coltelli.

Lo spettatore può godersi semplicemente i numeri, intensi e altamente spettacolari, senza prestare particolare attenzione al loro significato, ma può anche soffermarsi e scorgere un senso nascosto.

Julie Bergez, la contorsionista o, per meglio dire, il suo personaggio, viene presto violentemente travolta da Anatole “Tatie” Petanol, il batterista, che la carica come un toro scatenato. Poi Julie inizia un contrastato rapporto con l’altra protagonista femminile, impersonata da Cecilia Alice Manfrini, con cui vengono sviluppati degli interessanti numeri a due. Attrazione reciproca, conflitto, sopraffazione: tutto è espresso attraverso l’arte circense.

Le due donne affrontano il dolore dell’esistenza, calpestando a piedi nudi i vetri infranti, oppure destreggiandosi tra le lame dei coltelli, taglienti come possono essere gli eventi. Persino il piacere di mangiare un marshmallow può avere qualcosa di doloroso, se lo si mette in bocca infuocato. E per molte donne che vogliono mantenere la linea forse è così. Non occorrono troppi ragionamenti, troppe spiegazioni, lo spettatore può semplicemente sentire, più o meno distintamente, che c’è qualcosa che va oltre il semplice intrattenimento.

Il momento culminante dello spettacolo è certamente il numero di corda aerea, dove è come se Cecilia si liberasse da ogni dolore e volasse nel cielo, su un’incredibile altalena. Non so cosa abbia pensato guardando in alto all’inizio dello spettacolo, ma credo abbia funzionato.

Questo è il nuovo circo, dove è possibile raccontare le relazioni tra le persone, i loro drammi esistenziali, dove è possibile trovare un’imprevedibile bellezza.

di Armando Talas

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Lonato in Festival continua nei prossimi week end mentre lo spettacolo “Incident” replicherà anche sabato 1 agosto mentre la replica di domenica 2 è quasi sicuramente sospesa per maltempo.