Sensualità e identità nel Circo di oggi: nuove prospettive creative

Avatar Armando Talas

Nel mondo del circo, anche storicamente, la sensualità ha sempre avuto un ruolo importante. In epoche remote poteva addirittura rappresentare la prima occasione per un ragazzino di vedere una donna relativamente scoperta, con ogni curva ben visibile, muoversi in modo sensuale. Parimenti esisteva l’equivalente maschile: altleti dai muscoli scolpiti, abilissimi e coraggiosi, certamente attraenti.

La componente sessuale nel circo può essere davvero incidentale, nemmeno voluta, oppure deliberata, secondo la personalità dell’artista e il tipo di spettacolo che si propone. Si va dalle parti leggermente ammiccanti, ma non troppo, negli spettacoli di circo pensati quasi esclusivamente per bambini (ma con un occhio ai papà), fino all’erotismo esplicito delle produzioni del Circo de los Horrores spagnolo o lo spettacolo Zumanity del Cirque du Soleil a Las Vegas, riservato solo agli adulti.

Certamente negli ultimi decenni il costume e la morale pubblica sono decisamente cambiati, e continueranno a mutare, indipendentemente dalla volontà dei moralisti.

Così anche il circo è cambiato, soprattutto il circo di alto livello, dove ogni aspetto della proposta artistica è attentamente meditato.

Vediamo così una ridefinizione del ruolo della donna, che è sempre più libera e protagonista, non più soggetta a modelli stereotipati. Per farsi un’idea del cambiamento in atto basta vedere, come esempio, lo straordinario numero di cinghie aeree del duo “Flash of Splash”, dove il ruolo femminile è assolutamente di primo piano, fino a distruggere la classica dicotomia tra “uomo forte” che conduce e “donna leggiadra” che si fa condurre. Il venir meno di questo stereotipo permette di raggiungere in questo caso un impatto incredibile dal punto di vista emotivo.

Oltre alla ridefinizione dei ruoli di genere, il circo che vive nel presente non si pone più limiti nemmeno sull’orientamento sessuale. Emblematico è il Queer Circus, in Florida, Stati Uniti, pensato come espressione del gusto e della libertà creativa della comunità LGBTQ+ (acronimo utilizzato per far riferimento alle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e, più in generale, a tutte quelle persone che non si sentono pienamente rappresentate sotto le etichette eteronormative).

Personalmente credo sia importante che anche il mondo del circo italiano cominci a considerare i cambiamenti culturali e sociali in atto, in modo da fare scelte consapevoli, indipendentemente da quali siano.

Tutte le arti vive assorbono il presente, vivono nel loro tempo, ne sono espressione; così deve fare il circo, se non vuole essere solo un vecchio business che si trascina per abitudine, o perché non si hanno alternative.

Far vivere il circo nell’oggi è l’unica strada percorribile se non si vuole andare alla deriva. E questo non è seguire la moda o buttarsi a capofitto in qualche tentativo maldestro, bensì ascoltare il cuore vivo del proprio presente, senza preclusioni. Vuol dire cogliere tutte le occasioni possibili, non utilizzare inutili censure, non aver paura di essere irriverenti o immorali. In fin dei conti, significa essere liberi.

Armando Talas